Il club della Juventus si difende e punta al patteggiamento, mentre emerge l’incongruenza nella scelta della Procura FIGC.
La Juventus ha recentemente risposto alle accuse riguardanti il nuovo filone sportivo, sottolineando di non aver mai nascosto l’intenzione di pagare parte degli stipendi del 2020 nel caso di ripresa delle competizioni. Secondo il club, le cosiddette “side letter” erano semplicemente dei promemoria contabili, e non vi era alcuna irregolarità. Inoltre, la squadra ha espresso perplessità sulla scelta della Procura FIGC di escludere gli altri club coinvolti nella vicenda della partnership.
Le nuove indagini potrebbero addirittura fornire elementi utili alla difesa della Juventus, che attualmente vengono negati. Il patteggiamento rimane un’opzione concreta, soprattutto se il Collegio di Garanzia del CONI dovesse dare ragione alla squadra riguardo ai 15 punti di penalizzazione inflitti a gennaio. La Juventus spera di chiudere la vicenda entro la fine della stagione corrente, per evitare ulteriori complicazioni nel futuro.
I dettagli dell’articolo 31
L’articolo 31 sulla cattiva gestione contabile non è stato contestato, poiché non sono emersi documenti che dovevano essere inviati alla Covisoc, l’organo di controllo della FIGC. Tuttavia, l’articolo 4 sulla slealtà sportiva potrebbe rivelarsi un boomerang per la Procura FIGC. La scelta dell’accusa, portata avanti dal procuratore Chiné, non convince i legali della Juventus, che sono pronti a evidenziare l’incongruenza durante l’udienza al Collegio di Garanzia del CONI.
In sintesi, la Juventus si difende strenuamente dalle accuse e punta a un patteggiamento per risolvere la situazione il più rapidamente possibile. La squadra mette in discussione le scelte della Procura FIGC e spera di ottenere giustizia nel corso delle indagini e delle udienze future.