Timothy Weah, protagonista della vittoria della Juventus contro il Torino, parla del suo ruolo in attacco.
Dopo la convincente vittoria nel derby di Torino, la Juventus si gode i tre punti grazie a una prestazione solida e determinata. Tra i protagonisti assoluti della serata spicca Timothy Weah, che ha contribuito in maniera decisiva, segnando il gol del vantaggio e dimostrando un’incredibile duttilità tattica.
Il giovane attaccante americano, figlio d’arte di George Weah, si è concesso ai microfoni nel post partita, esprimendo tutta la sua voglia di crescere e di essere sempre più incisivo per i colori bianconeri.
Weah e la vittoria nel derby: determinazione e voglia di crescere
“Sono felice, per me è una grande vittoria oggi. Dobbiamo continuare così,” ha dichiarato Weah subito dopo la partita. La Juventus ha dominato il derby con autorità, mostrando una difesa solida e una manovra offensiva che ha messo in difficoltà il Torino.
Weah, nonostante la giovane età, ha dimostrato di essere un elemento fondamentale per la squadra di Thiago Motta, non solo per il gol segnato, ma anche per il lavoro svolto in fase di costruzione del gioco. “Non è solo il mio successo, è quello di tutta la squadra,” ha aggiunto Weah, sottolineando l’importanza del lavoro di gruppo.
La versatilità di Weah in attacco per la Juventus
A proposito del suo ruolo in campo, Weah ha spiegato: “Posso giocare in tutte le posizioni in attacco. Mi sento bene come numero 9, ma anche come ala. In attacco ci si deve adattare: posso essere un 7, un 9, persino un 11. Io sono pronto quando il mister ha bisogno di me.” Questa versatilità rappresenta una carta importante per la Juventus, che può contare su un attaccante dinamico e capace di adattarsi alle esigenze tattiche.
L’entusiasmo di Weah è palpabile, ma anche il suo spirito di sacrificio. A chi gli ha chiesto come festeggerà, ha risposto con semplicità: “A casa mia, in camera, a dormire.” Un ragazzo umile, con i piedi per terra e tanta voglia di crescere. L’obiettivo è chiaro: migliorarsi e aiutare la squadra a raggiungere nuovi traguardi. “Non è finita qui,” ha promesso. E c’è da credergli.