Spuntano le immagini di un passaggio segreto e un percorso sotterraneo da dove potrebbero aver fatto uscire la piccola Kata.
Emergono nuovi risvolti sul caso di Kata, la bambina peruviana di 5 anni scomparsa lo scorso 10 giugno. Oltre all’ex hotel Astor, le ricerche si focalizzano su tutto il quartiere San Jacopino di Firenze, nelle zone vicine al palazzo che abitava la bambina. La scoperta di un passaggio sotterraneo adiacente allo stabile rende tutto più inquietante.
Scoperto un passaggio sotterraneo
Sono state le telecamere di “Morning News”, la trasmissione di Canale 5, a mostrare il cortile di un palazzo adiacente dove è visibile un passaggio sotterraneo tra il condominio e l’ex hotel occupato. Si tratterebbe di un piccolo buco, una rete rotta tra i due cortili dell’ex hotel Astor e del condominio adiacente.
Secondo gli inquirenti, proprio questo percorso segreto potrebbe essere stato utilizzato per far fuggire la bambina. Questo spiegherebbe l’assenza di immagini, riprese dalle telecamere esterne, che avrebbero potuto riprendere gli ultimi attimi di Kata prima di far perdere ogni sua traccia. L’ultimo video della piccola è quello in cui si sentono delle urla.
Come spiega la conduttrice della trasmissione, Emanuele Canta, “la convinzione degli inquirenti è che nel condominio adiacente ci fosse un complice, almeno un’altra persona che abbia collaborato. Si pensa che si tratti di un’azione organizzata e premeditata sia per evitare le telecamere, sia per studiare una via di fuga lontana da qualsiasi occhio indiscreto”.
Il passaggio porta alle cantine
Attraverso quel passaggio nel cortile, si giunge all’ingresso al retrobottega di un panificio ormai fermo da anni. Secondo le prime ipotesi, quel luogo potrebbe essere stato utilizzato come prima base per nascondere la bambina.
Sempre da quel passaggio, è possibile raggiungere un cunicolo molto stretto che porterebbe direttamente alle cantine della struttura. “Si nota un passaggio sotterraneo che porta alle cantine del condominio. Si tratta di un percorso che gli investigatori non escludono e che potrebbe essere stato utilizzato come via di fuga”, conclude la giornalista.