La mamma della bambina peruviana scomparsa sabato a Firenze non si da pace: dove è finita la piccola Kataleya?
La madre della piccola Kataleya, Mia Chicllo Alvarez, ha ingerito della candeggina ed è stata ricoverata all’ospedale Careggi. Troppo forte, infatti, il dolore per la scomparsa della figlia, vista per l’ultima volta sabato pomeriggio nel quartiere di Novoli a Firenze. Da quel momento più nulla: nessuna traccia, nessun avvistamento. Fortunatamente, però, l’intervento dei medici ha stabilizzato la donna, che ora sta bene. A tentare il suicidio ieri è stato anche il padre della piccola Kataleya, detenuto in carcere.
Continunano le ricerche
Le ricerche della bambina continuano senza sosta: i carabinieri si sono serviti dei cani per controllare le zone attorno all’hotel occupato dove viveva Kataleya. I vigili hanno utilizzato dei droni e delle termocamere ed circa 230 volontari hanno setecciato mezza Firenze. Di Kataleya, però, non c’è traccia. La Direzione distrettuale antimafia ha indicato il sequestro di persona a scopo di estorsione come ipotesi di reato. Se la bambina si fosse allontanata da sola, infatti, qualche vicino l’avrebbe vista. Lo zio Abel, sentito dalle forze dell’ordine, ha spiegato che la piccola è scomparsa in un attimo: lui la stava tenendo d’occhio dalla finestra del suo alloggio.
Ieri, la madre aveva affermato di sapere chi le avesse portato via la figlia ma le sue ipotesi si sono rivelate infondate. A confermarlo è Gabriele Vitagliano, generale dei carabinieri. Secondo l’alto ufficiale, infatti, il genitore di Kataleya “lo ha fatto sulla base di una valutazione di buonsenso ipotizzando che la sparizione della figlia potesse essere collegata a litigi dentro l’ex albergo. È una pista che stiamo seguendo ma non ci sono né un nome né elementi di riscontro”.