Kenneth Smith giustiziato con l’azoto: è il primo caso al mondo

Kenneth Smith giustiziato con l’azoto: è il primo caso al mondo

È morto in Alabama alle 20.25 ora locale, le 3.25 di oggi 26 gennaio in Italia, Kenneth Smith, il primo uomo giustiziato con l’azoto.

Il primo uomo giustiziato con l’azoto si chiama Kenneth Smith. L’uomo è morto in Alabama alle 20.25 ora locale, le 3.25 di oggi 26 gennaio in Italia. Era rinchiuso dal 1996 nel braccio della morte ed è il primo condannato negli Stati Uniti – e nel mondo, secondo la denuncia de Death Penalty Information Center – a essere giustiziato in questo modo.

Kenneth Smith giustiziato con l’azoto: il primo caso al mondo

La storia di Smith, in particolare il suo caso di condanna, risale a diversi anni fa. L’uomo era stato condannato a morte nel 1989 per un omicidio su commissione dell’anno prima. Smith aveva poco più di 20 anni e con un complice aveva ucciso a coltellate una donna di 45 anni, Elizabeth Sennett, moglie di un predicatore.

Fu processato un anno dopo e i giurati lo avevano condannato all’ergastolo. In quell’occasione il giudice aveva commutato la pena in condanna a morte. Da qui il primo “tentativo” di giustiziare l’uomo, fallito nel 2022 con una iniziezione letale che non ebbe effetto ma che causò nell’uomo danni permanenti.

Adesso, in Alabama, la sua morte dopo l’inalazione d’azoto. La procedura, nello specifico, viene chiamata ipossia da azoto.

Le ultime parole

Secondo le informazioni raccolte, le ultime parole di Smith sarebbero state: “Stasera l’Alabama fa compiere all’umanità un passo indietro. Me ne vado con amore, pace e luce, vi amo. Grazie per avermi sostenuto, vi amo tutti”.

Successivamente, l’uomo avrebbe fatto il segno del cuore con la mano sinistra, mentre la guardia gli ha letto l’ordine d’esecuzione. Smith avrebbe poi continuato a fare gesti con la mano e dedicato alla famiglia, che stava oltre al vetro, segni d’affetto.

Dieci minuti dopo la chiusura delle tende, l’uomo è stato dichiarato ufficialmente morto. Da quanto si apprende, oltre alla famiglia e agli amici di Smith, erano presenti anche cinque giornalisti.