L’ayatollah della repubblica islamica ha deciso di diffondere la sua morale su Twitter e attaccare l’Occidente.
Il leader supremo Ali Khamenei dell’Iran ha diffuso un messaggio su Twitter. “L’anno scorso le donne occidentali sono state molestate, ma nonostante questo i Paesi dell’Occidente dicono che supportano loro e i loro diritti. Ma questa non è libertà, è una schiavitù e un insulto” ha scritto l’ayatollah mettendo in luce le contraddizioni dell’Occidente.
“Purtroppo, noi ci abbiamo messo tanto a capirlo. Prima anche alcune persone influenti in Iran dicevano che quelle relazioni libere tra uomini e donne in Occidente soddisfano gli uomini e prevengono gli abusi sessuali perché quando gli uomini sono soddisfatti sessualmente non commettono quei crimini” ha continuato la guida suprema. “Ma vi sembra che gli uomini occidentali siano soddisfatti? O vi sembra che siano diventati più avidi?»
Così Khamenei ha scelto di diffondere la sua dottrina e morale ma anche iniziare una battaglia social per rispondere agli attacchi provenienti dal mondo intero che sta condannando le violenze e gli omicidi dei manifestanti in Iran. Il leader spirituale iraniano ha oltre un milione e mezzo di follower su Twitter (divisi nei cinque account in diverse lingue), la sua presenza e i suoi post stanno moltiplicando, soprattutto quelli relativi alla condizione delle donne in Iran.
Khamenei: “Nessun ammorbidimento contro i traditori del regime”
Nei post non c’è nessun accenno alle donne in carcere o condannate a morte solo per aver indossato male l’hijab o per aver manifestato per strada. Khamenei sottolinea quanto le donne siano “indispensabili” a portare avanti le famiglie con il loro “tocco gentile” e il loro ineguagliabile amore per i figli. Ma nessun riferimento al diritto di studiare o lavorare.
Nel frattempo, la magistratura iraniana ha condannato a morte altri tre manifestanti antigovernativi con l’accusa di “aver mosso guerra a Dio” nonostante le condanne unanimi da parte di tutto il mondo. Anche il Papa Francesco ha condannato l’Iran per usare la pena di morte nei confronti dei manifestanti. Ma Khamenei ha dichiarato ieri che lo stato non intende ammorbidire la sua linea dura. Ha poi sottolineato in un discorso in tv che coloro che “appiccano il fuoco a luoghi pubblici hanno commesso un tradimento senza alcun dubbio”. Tradimento che, secondo la legge islamica iraniana, è punibile con la pena di morte.
Secondo gli attivisti e Amnesty International l’obiettivo degli arresti e delle esecuzioni sono atte ad intimidire la popolazione e mettere fine alle proteste che però non hanno intenzione di fermarsi.