Il giornalista russo è apparso in conferenza stampa confermando che la sua morte è stata una messa in scena.
Ore 19:20 – Arkady Babchenko è ancora vivo. Il giornalista russo è apparso nel pomeriggio in conferenza stampa insieme al capo dei servizi di sicurezza ucraini.
Quest’ultimo ha dichiarato che la morte è stata “una messa in scena perché nei giorni scorsi è stato scoperto un piano per assassinarlo. Per questo abbiamo deciso di organizzare questa operazione speciale per raccogliere prove inconfutabili dell’attività terroristica dei servizi speciali russi nel territorio ucraino“.
Morto Arkady Babchenko, l’annuncio della polizia di Kiev
UCRAINA – Neanche il tempo di festeggiare la “rinascita” per essere scampato quattro anni prima all’abbattimento di un elicottero che Arkady Babchenko ha trovato la morte, per mano violenta. Secondo quanto riporta la polizia ucraina, il 41enne giornalista e scrittore russo “era a casa nel distretto di Dniprovsky, a Kiev, quando sua moglie ha sentito un colpo e ha visto il marito sanguinante“. L’uomo, ha aggiunto il portavoce della polizia, Yaroslav Trakalo, “è morto in ambulanza“.
L’attività giornalistica
Arkady Babchenko era nato nel 1977 e prima di diventare giornalista, e ancora scrittore, aveva prestato servizio nell’esercito russo durante la guerra in Cecenia. Successivamente ha raccontato i conflitti della Russia, tra cui quello contro l’Ucraina, per la testata di opposizione Novaya Gazeta.

Le minacce
Il 41enne era fortemente critico nei confronti del Cremlino, in particolare per le operazioni in Siria e in Ucraina, tanto da aver subito forti minacce, anche da parte del deputato ultranazionalista Vitaly Milonov e dal senatore Frants Klintsevich. Da qui, dopo aver denunciato di non sentirsi più al sicuro, la decisione di lasciare la Russia per trasferirsi prima a Praga e, da un anno, in Ucraina. Nel 2014, Arkady Babchenko era scampato all’abbattimento di un elicottero militare ucraino: “Quattro anni fa, il generale Kulchitsky non mi ha portato su questo elicottero. A causa del sovrannumero. Non c’era posto. Un’ora o due dopo questa foto, il velivolo è stato abbattuto. Quattordici persone sono morte. E sono stato fortunato. Secondo compleanno, è tutto“, aveva ricordato il giornalista poche ore prima di essere assassinato.