La tensione tra Serbia e Kosovo al confine continua a salire. La situazione resta allarmante e la Kfor invia rinforzi.
Le forze della Nato in Kosovo (Kfor) hanno aumentato la loro presenza al confine nord con la Serbia nel valico di Jarinje. La tensione è salita dopo che un gruppo di serbi ha protestato contro la presenza della polizia kosovara al confine. Le persone hanno manifestato a sostegno dei serbi del Kosovo. Secondo l’emittente di Belgrado Rts, i serbi hanno superato una prima linea di sicurezza ma sono stati fermati a 50 metri dal posto di blocco alzando la tensione.
Per questo motivo, la missione Kfor ha confermato un’operazione di rinforzo delle truppe nella zona per evitare la presenza di gruppi criminali e eventuali escalation tra i manifestanti al confine. “È necessario che tutte le persone che partecipano alla protesta evitino la violenza ed esprimano pacificamente le loro opinioni, evitando azioni sproporzionate, atteggiamenti aggressivi e comportamenti che potrebbero essere fraintesi o intesi come provocazioni o violenza non necessaria”, ha dichiarato il portavoce della Kfor.
I serbi contro la frontiera
I manifestanti che hanno superato la linea di sicurezza si sono spinti a poche decine dal confine prima di essere bloccati e respinti da un cordone di polizia serba. Nello stesso tempo la polizia kosovara ha dispiegato una barriera di filo spinato. Tra la protesta i serbi hanno dato fuoco a una targa con la scritta “Accordo di Bruxelles” con i dimostranti che urlavano “Mai frontiera! Il Kosovo è Serbia”.
Le proteste al confine tra Serbia e Kosovo non si arrestano e vanno avanti da giorni con una insurrezione scaturita dalla questione legata alle targhe. La comunità internazionale, Usa e Ue in prima linea stanno lanciando appelli affinché si arrestino le proteste.