Liliana Resinovich, l’amante della donna parla della loro storia

Liliana Resinovich, l’amante della donna parla della loro storia

Molti i punti da chiarire sul caso della morte di Liliana Resinovich: la Procura non ha ancora stabilito se si tratti di omicidio o suicidio.

Liliana Resinovich era una ex dipendente in pensione, ed abitava in Friuli Venezia Giulia. Aveva 63 anni, ed è scomparsa da Trieste il 14 dicembre. Le indagini sulla sua morte proseguono per chiarire quale sia l’esatta dinamica degli eventi che hanno condotto la 63enne alla morte. 

Gli investigatori hanno trovato il corpo di Liliana privo di vita avvolto all’interno di due sacchi neri per la spazzatura. Il ritrovamento è avvenuto 22 giorni dopo la sua scomparsa, nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico di Trieste. Ad oggi, la Procura non è ancora riuscita a stabilire se la morte di Liliana Resinovich sia riconducibile ad un suicidio oppure ad un omicidio. 

Le indagini vertono sui risultati riscontrati dall’analisi del Dna vegetale, l’analisi sui due telefoni cellulari della vittima, l’esame del liquido contenuto nella bottiglietta che era accanto al cadavere. Ad oggi, l’inchiesta che risulta essere ancora aperta, non riconosce ancora nessuno come indagato. 

Stando alla relazione psicologica di Liliana Resinovich, era ritenuta una persona dignitosa, equilibrata e riservata da chi la conosceva. Secondo gli amici più stretti della donna, la 63enne non voleva morire. Difatti, parenti e amici chiedono che venga fatta luce sul caso della sua morte. 

Una donna soffocata dal suo matrimonio

Secondo le testimonianze di chi conosceva la vittima, Liliana non era depressa ma era soffocata dalla sua relazione con il marito, Sebastiano Visintin, un fotografo di 72 anni. La Procura ha scagionato il marito della donna dal dna rilevato sul cordino di uno dei sacchi neri nei quali è stato rinvenuto il cadavere della moglie. Difatti, sul cordino non sono state trovate tracce biologiche né sue, né di Claudio Sterpin, né del vicino di casa Salvatore Nasti. 

L’amante della vittima parla della loro relazione clandestina

Dopo mesi e mesi dalla morte della donna, è emerso che la vittima scrisse, poco prima di scomparire, un messaggio dolcissimo a Claudio Sterpin: “Pensando a domani, amore mio”. Durante un’intervista al programma televisivo “Quarto Grado”, l’uomo ha dichiarato di essere l’amante di Liliana. Inoltre, ha spiegato che la donna aveva intenzione di lasciare suo marito, con il quale non era più felice. 

Sterpin, l’amante di Liliana, ha poi affermato: “Di sicuro Liliana non si è infilata da sola in quei sacchi, non si è suicidata. Diversi giorni dopo la sua scomparsa, l’ho cercata anche con Fulvio Covalero. Ho pensato a un sacco dei rifiuti perché pareva logico. Il Carso è pieno di rifiuti abbandonati così. L’immaginario era quello, andare alla ricerca di un sacco nero. Sì, io ne ho sempre tenuto uno nel bagagliaio dell’auto, mi serve per l’immondizia, è un’abitudine da sempre, mi pare comune”. 

Argomenti