La reazione della Cina in seguito alle indiscrezioni insorte sulle cause che hanno fatto diffondere il Covid non è stata positiva.
Secondo un rapporto riservato del dipartimento dell’Energia Usa la pandemia da Covid sarebbe, con molta probabilità, nata in seguito ad una fuga in laboratorio. L’indiscrezione è giunta attraverso il Wall Street Journal che ha citato il rapporto emerso ieri.
Alla luce di quanto appreso, la Cina ha invitato a “smettere di sollevare affermazioni su fughe di laboratorio e di politicizzare la questione della tracciabilità dell’origine” del virus. Anche l’infettivologo Bassetti è intervenuto, rilasciando un’intervista all’Adnkronos Salute: “Salto di specie, è una zoonosi”.
La smentita di Pechino
Pechino smentisce dunque tutte le indiscrezioni insorte sulla nascita del Covid, ed anzi invita a “smettere di sollevare affermazioni su fughe di laboratorio, di diffamare la Cina e di politicizzare la questione della tracciabilità dell’origine” del virus.
La portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning è intervenuta durante il briefing quotidiano commentando l’ultimo rapporto del dipartimento dell’Energia Usa. “Una perdita di laboratorio non è stata ritenuta possibile da autorevoli conclusioni scientifiche di esperti congiunti di Cina e Organizzazione mondiale della sanità”.
Anche l’infettivologo Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova è intervenuto sulla vicenda. “Dopo tre anni ritornare sulle origini del Sars-CoV-2 senza avere dati oggettivi, senza prove certe che tutti i casi siano legati agli studi che avvenivano in un laboratorio, è dare fiato ai complottisti e fare del male alla scienza. Mentre alimenta le tesi negazioniste di chi pensa che la pandemia sia frutto di una organizzazione che l’ha pianificato. Io credo invece che Covid sia arrivato con un salto di specie perché è una zoonosi. Poi che ci stessero lavorando anche in laboratorio e che possa essere stato potenzialmente uno dei focolai partiti ci può stare”.