La Commissione europea è intervenuta sulla questione del salvataggio dei migranti: «Salvare vite umane in mare è un dovere».
La Commissione europea ha ribadito il fatto che salvare le vite umane in mare è un dovere degli Stati. Recentemente il governo Meloni ha stabilito un nuovo decreto che regolamenta il salvataggio dei migranti in mare.
Nella giornata di ieri, le Ong hanno diffuso un documento nel quale hanno riferito che «il Mediterraneo diventerà più pericoloso». Il numero di decessi tra i migranti aumenterà. Le Ong, attraverso un comunicato congiunto, hanno richiesto all’Unione europea e agli altri Paesi di bloccare il provvedimento in questione.
Il comunicato
Le norme recentemente stabilite che impongono alle navi civili Sar di dirigersi subito in Italia dopo ogni intervento «ostacolano e ritardano le operazioni di soccorso e mettono in mare le persone in difficoltà ulteriormente a rischio», spiegano nel testo.
Inoltre, spiegano le Ong, il sistema viene «aggravato dalla recente politica di assegnazione del governo italiano “porti lontani” che possono comportare fino a quattro giorni di navigazione dalla corrente di una nave». I due fattori «sono progettati per tenere le unità navali Sar fuori dall’area di soccorso per periodi prolungati. E ridurre la loro capacità di assistere le persone in difficoltà».
Inoltre, le associazioni spiegano che un altro problema «è l’obbligo di raccogliere a bordo delle navi di soccorso i dati dei sopravvissuti. Che esprimono la loro intenzione di chiedere protezione internazionale, e di condividere queste informazioni con le autorità. Risulta dovere degli Stati avviare questo processo e una nave privata non è il luogo adatto per farlo».
Poi contestano: «Come recentemente chiarito dall’Unhcr, le richieste di asilo dovrebbero essere trattate solo sulla terraferma, dopo lo sbarco in un luogo sicuro, e solo una volta soddisfatte le necessità immediate».