La difesa di Karima sul caso Ruby: “Illegittime le norme sulla corruzione in atti giudiziali”. La vicenda passa alla Consulta.
MILANO – La difesa di Karima sul caso Ruby chiede l’intervento della consulta. Secondo il legale della ragazza esiste una questione di “illegittimità per quanto riguarda le norme sulla corruzione in atti giudiziari“. Per questo si chiede di sollevare la questione alla Consulta e prendere una decisione definitiva.
L’avvocato precisa come la ragazza non era a conoscenza di assumere la qualifica di pubblico ufficiale durante la testimonianza. I giudici si sono presi del tempo per decidere e nelle prossime settimane si saprà qualcosa di più.
Caso Ruby, la difesa di Karima
La questione è stata sollevata durante il dibattimento dei primi testimoni. La ragazza non era a conoscenza dell’esistenza dell’automatismo che c’è tra il testimone che deve deporre e la qualifica di “pubblico ufficiale” che può comportare l’accusa di corruzione in atti giudiziari.
La Procura, infatti, precisa come in questo procedimento il Cavaliere avrebbe pagato i testi, tra cui anche la stessa Ruby, per dire il falso su quanto accadeva ad Arcore. La parola dovrebbe passare alla Consulta chiamata a decidere sulla legittimità di questo provvedimento.
Le parole dell’avvocato di Karima
A sollevare la questione è stato proprio l’avvocato di Karima durante una delle udienze: “C’è un problema – ha precisato – di riconoscibilità delle norme, se il non dover mentire è un precetto naturale insito nell’animo umano, non è insito il precetto costruito dell’uomo che regola il reato“.
“Una persona che non sa nulla di legge – conclude – non può sapere di essere pubblico ufficiale e quindi ci deve essere un dovere di renderla edotta. Perciò la vendita della funzione con la presunta falsa testimonianza non esiste perché il teste non sa di essere un pubblico ufficiale“.
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