La famiglia di Liliana Resinovich: “Morta per lo spavento”

La famiglia di Liliana Resinovich: “Morta per lo spavento”

La famiglia di Liliana Resinovich non ha mai creduta che la 63enne possa essersi suicidata, ma è possibile sia morta per un malore.

Più di un anno dal ritrovamento del corpo senza vita di Liliana Resinovich, che il 14 dicembre 2021 scomparve da Trieste. In un primo momento l’ipotesi rinvenuta fu quella di un suicidio, ma la famiglia e gli amici della donna non ci hanno mai creduto. Dopo l’autopsia pare che Liliana fosse stata picchiata da qualcuno: secondo la cugina, è morta per un malore dopo l’aggressione.

Carabinieri

L’ipotesi di un malore

Volano ancora dubbi e ipotesi sulla morte di Liliana Resinovich, la 63enne scomparsa da Trieste e trovata poi morta venti giorni dopo in un boschetto non distante dalla casa in cui viveva col marito Sebastiano Visintin. La famiglia non crede al suidicio, ma ipotizza che possa essere morta dopo un malore dopo essere stata aggredita da qualcuno.

L’autore della presunta aggressione potrebbe aver messo in scena il suicidio della donna facendo ritrovare il suo cadavere molti giorni dopo. In questo modo si spiegherebbe l’assenza di ferite gravi sul corpo di Liliana, che dopo l’autopsia ha rilevato che il decesso è stato causato da un arresto cardiaco.

Le parole della cugina

Anche la cugina di Liliana, Silvia, come tutta la famiglia non ha mai creduto all’ipotesi di suicidio. Infatti dichiara: “Secondo me l’hanno presa da dietro con i sacchetti in testa, forse voleva allontanarsi dalla persona con la quale magari stava litigando in strada, si è spaventata perché le è mancato l’ossigeno e il cuore si è fermato”.

Interpellata nella trasmissione Quarto Grado, ha sostenuto che la mancanza di segni di strangolamento si spiega dal fatto che “quando lei si sente lo spago si prende l’attacco cardiaco e va giù per terra e non serve stringere più a quel punto”, assicurando: “Non ci fermeremo prima o poi una prova la troveremo”.

L’avvocato: “E’ stata picchiata”

L’avvocato della famiglia Resinovich, Nicodemo Gentile, non ha alcun dubbio. Probabilmente c’è stata una lite violenta e Liliana “è stata strattonata e colpita e poi, anche in ragione di un’aritmia acuta, è morta. Liliana è stata probabilmente conservata chissà dove, poi è stata trasportata. Anche quella posizione dormiente potrebbe farci pensare alla conservazione iniziale in un bagagliaio. E poi in qualche dolina”.

Per Sergio, il fratello di Liliana, l’occhio tumefatto e la narice con sangue rappreso sono segni di una palese aggressione. “La perizia medico legale tenta di svilire i segni traumatici che invece vanno letti in modo globale, ma non sono nemmeno stati datati”, ha concluso l’avvocato Gentile.

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