Con la messa a tacere dei cfc, ossia il clorofluorocarburi presenti nelle bombolette spray, si pensava di porre fine alla faccenda.
Invece pare che non sia così, in quanto una nuova ricerca, pubblicata di recente nell’ambito della rivista dell’American Institue of Physics, rivela che la faccenda del buco nell’ozono è tutt’altro che archiviata.
Pare infatti che un grandissimo buco nell’ozono, sette volte più grande del famoso buco antartico, si troverebbe da ormai decenni nell’atmosfera, in corrispondenza dei tropici; tutto ciò, a insaputa della comunità scientifica della Terra.
Se i calcoli dell’autore dello studio, il fisico Qing-Bin Lua dell’Università di Waterloo (in Canada), si palesassero corretti, potrebbero avere effetti drammatici sulla salute di milioni di persone, esposte da decenni a livelli nocivi di radiazioni Uv. Buona parte della comunità scientifica non accetta però i timori del fisico canadese.
Il buco nell’ozono
Per comprendere appieno il dibattito, occore far luce riguardo il buco nell’ozono. Tra gli anni 80′ e 90′, prima che la diatriba rispetto ai pericoli legati al clima prendesse piede, si era già affrontata la questione su un altro rischio che sembrava minacciare la Terra.
Stiamo infatti parlando dell’assottigliamento stagionale dello strato di ozono stratosferico, proprio in corrispondenza dei poli, in particolare l’Antartide; fenonemo che rischiava di compromettere la sua funzione di schermo, a protezione della Terra dai raggi ultravioletti derivati dal Sole.
Ricerche scientifiche dimostrarono che il buco era la causa dell’uso di elementi alogeni, come il cloro, prodotti dall’uomo, che una volta raggiunta l’atmosfera, innescavano reazioni chimiche, distruggendo l’ozono.
Il protocollo di Montreale
Nel 1987 è stato firmato il protocollo di Montréal, che impegnava i firmatari a ridurre produzione e utilizzo delle sostanze chimiche (principalmente i cfc) che possono danneggiare lo strato di ozono atmosferico.
La teoria di Lua
Ora pare che i nuovi calcoli di Lua mettono in luce un pericolo fino ad oggi sconosciuto, e di proporzioni ancora maggiori. I dati da Lua analizzati, rivelerebbero infatti la presenza di un buco nell’ozono sette volte più grande di quello antartico, e con caratteristiche non stagionali. Una teoria che però sarebbe stata respinta in toto dall’intera comunità scientifica mondiale.