Dopo il 1973, il Milan vive una seconda “Fatal Verona” nella stagione 1989/90. I rossoneri perdono e protestano contro la conduzione di Lo Bello, il quale espelle Sacchi e tre giocatori.
Quando un tifoso rossonero sente menzionare le parole “Fatal Verona“, inevitabilmente il pensiero va a due episodi distanti 17 anni l’uno dall’altro: la gara del 1973 e quella del 1990. In entrambi i casi, il Milan perde contro gli scaligeri e vede andare in frantumi le ambizioni di vittoria dello scudetto.
All’inseguimento del Napoli
Nella stagione 1989/90, gli uomini di Sacchi puntano a vincere tutto dopo aver messo in bacheca in serie prima il titolo nazionale e poi la Coppa dei Campioni. Baresi e compagni iniziano però non bene il campionato, perdendo ben quattro delle prime dieci gare. Poi, dall’11° turno, i rossoneri iniziano una progressione incredibile che li porta in primavera a prendere la testa della classifica, a discapito del Napoli di Maradona. Il Milan spera che l’epilogo sia lo stesso di due stagioni prima.
Simone illude, la beffa firmata Lo Bello
A marzo i rossoneri accusano una netta flessione e perdono contro Juventus e Inter. Il Milan conserva un punto di vantaggio, perso quando il Napoli vince a Bergamo a tavolino per una monetina che colpisce Alemao. Il 22 aprile 1990, al “Bentegodi”, c’è Verona-Milan, a due giornate dal termine. Il giovane Simone porta in vantaggio i rossoneri con un potente destro su punizione. Poi entra in cattedra l’arbitro Rosario Lo Bello, figlio di Concetto, che sorvola sulle proteste del Diavolo per due possibili rigori. Al pareggio di Sotomayor, i nervi dei rossoneri saltano e nel finale vengono espulsi Rijkaard, Van Basten e Costacurta. E anche Sacchi perde tutte le staffe. Il Verona passa in vantaggio con Pellegrini. Il Milan perde lo scudetto e per la seconda volta nella storia si materializza la “Fatal Verona”.