Il plauso di Conte a Trump apre una frattura tra Pd e M5s. Calenda si smarca: “Mai più alleanze con Conte”. Ecco cosa sta succedendo.
Il panorama politico italiano si trova nuovamente scosso da tensioni interne al centrosinistra, soprattutto con Calenda. Negli ultimi mesi, il dibattito sull’Ucraina ha rivelato profonde divergenze tra il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle, ma le recenti dichiarazioni di Giuseppe Conte su Donald Trump sembrano aver scavato un solco ancora più profondo.
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La spaccatura si allarga: i centristi alzano il muro
La questione di fondo riguarda il sostegno occidentale all’Ucraina. Il Pd, sotto la guida di Elly Schlein, si è sempre mantenuto saldo nella difesa del popolo ucraino, promuovendo una “pace giusta” attraverso la diplomazia europea. Al contrario, Giuseppe Conte ha espresso dubbi sulla strategia militare occidentale, affermando che “è stato un errore scommettere sulla vittoria militare di Kiev contro Putin e la Russia”, aggiungendo che questa scelta ha portato a una “folle escalation militare”.
La divergenza di visioni non si è fermata alle dichiarazioni. Il plauso di Conte alle parole di Trump ha acceso ulteriormente gli animi all’interno del centrosinistra. Esponenti dem come Pina Picierno hanno preso posizione con fermezza: “Prendo atto che Conte ha scelto di schierarsi con Trump, con i nemici della democrazia e contro l’Unione Europea, accusandola di essere bellicista. Mi pare che su questo terreno non ci possa essere nessuna alleanza possibile”.
Non meno duro è stato Giorgio Gori, che ha sottolineato come “Giuseppe Conte ha sposato la versione revisionista di Donald Trump. Anzi, l’ha in qualche modo piegata ai suoi presunti sentimenti di pace. E questa è una posizione completamente diversa da quella che noi condividiamo”.
Il vero nodo: elezioni ed egemonia elettorale
Al di là delle questioni ideologiche, la spaccatura nasconde una lotta più profonda per l’egemonia elettorale. Il M5s, attraverso la critica alla politica occidentale e la denuncia dei tagli a sanità e scuola per finanziare l’invio di armi, punta a intercettare una parte dell’elettorato tradizionalmente vicino al Pd.
Il colpo più duro, tuttavia, è arrivato da Carlo Calenda, che ha lanciato un ultimatum chiaro: “Io non farò più alleanze, nemmeno a livello locale con il M5S, né, come invece ho fatto in questi mesi, cercherò più di lavorare insieme all’opposizione”. Il tutto come riportato da agi.it
La frattura tra Pd e M5s, dunque, non riguarda solo Trump o l’Ucraina, ma il controllo dell’elettorato progressista in vista delle prossime elezioni. Il plauso di Conte a Trump è stato solo il catalizzatore di una divisione che, probabilmente, influenzerà la strategia politica del centrosinistra per il prossimo futuro.