La gioia dei migranti nel porto di Catania

La gioia dei migranti nel porto di Catania

Sono sbarcati tutti i migranti, anche quelli rimasti nelle navi. Le operazioni di sbarco si sono concluse con la gioia di migranti e Ong.

Ieri sera si sono concluse le operazioni di sbarco nel porto di Catania. Alle 22 anche gli ultimi 35 il “carico residuale” della Humanity 1 scendono a terra insieme agli altri duecento della Geo Barents di Medici senza frontiere. Da giorni i migranti erano bloccati in mare in attesa di scendere in un porto sicuro. Ieri, in serata, a decidere per lo sbarco un nuovo controllo dei medici del dipartimento di salute mentale di Catania coordinati dall’Usmaf, ufficio del ministero della Salute.

Nel porto di Catania sono esplosi applausi scroscianti sia dei migranti sia dello staff di bordo delle navi e degli attivisti catanesi in presidio permanente vicino alle navi da giorni. Su un autobus cantano “Bella ciao” su un altro grida di gioia e sorrisi di gratitudine, “Grazie, grazie mille”, dicono i sopravvissuti.

La Humanity 1 crede che a condizionare questa scelta finale del governo siano state anche le due azioni legali presentate ai Tar del suo staff legale. Gli autobus hanno portato i migranti nella zona dello stadio dove sono stati organizzati i campi dalla Protezione civile e Croce rossa. Oggi saranno destinati i luoghi di destinazione per queste persone.

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Le navi Ong pronte a tornare per mare

“Il clima che si respira è sereno” ha detto il capo della Croce rossa di Catania spiegando di aver fornito i mezzi ai migranti di poter parlare con le loro famiglie e tranquillizzarle. “Hanno vissuto questi giorni carichi di tensione e ora, una volta messo piede sul territorio italiano, possono cominciare a programmare le loro vite”.

Le navi delle Ong ora sono pronti a ripartire per mare, dopo aver fatto provviste di cibo e team. “Quello che è certo, però, è che il nostro lavoro continua: la situazione al centro del Mediterraneo non cambia da in una notte. Ogni giorno che noi passiamo fermi al porto è un giorno in cui qualcuno sparisce in mare e qualcun altro affoga. Noi dobbiamo tornare a fare il nostro lavoro, in attesa che l’Unione Europea risolva la situazione” ha detto il capo delle operazioni di Humanity 1.