Da pallone d’oro nel 1960 a faro della mitica Inter: la storia di Luis Suarez, la leggenda del calcio che oggi ci ha detto addio.
Oggi, il mondo del calcio si risveglia in lutto. Nell’aura quieta del primo mattino, Luis Suarez, l’architetto della Grande Inter e pallone d’oro nel 1960, ci ha lasciato. Nato nel 1935, Suarez ha vestito con onore e passione la maglia nerazzurra, incidendo una pagina indelebile nella storia dello sport italiano e mondiale. Ci lascia all’età di ottantotto anni, dopo una breve malattia, consegnandoci un’eredità calcistica di inestimabile valore.
Suarez, noto come ‘Luisito’, ha iniziato la sua avventura nel mondo del calcio nel Deportivo La Coruña, per poi passare al Barcellona nel 1954. Questo passaggio ha permesso all’agile e versatile centrocampista di mostrare al mondo tutte le sue incredibili abilità. Una danza sul campo che, con leggerezza e genialità, ha ipnotizzato spettatori ed avversari.
L’esperienza blaugrana si è conclusa con due Campionati spagnoli, due Coppe nazionali e due Coppe delle Fiere, oltre al prestigioso Pallone d’oro nel 1960. Il 1961 segna un altro importante passaggio nella carriera di Suarez: il trasferimento all’Inter. A San Siro, Suarez raggiunge l’apice della sua carriera, dando vita alla leggendaria Grande Inter.
La grande carriera
L’arrivo di Suarez a Milano si deve alla lungimiranza di Helenio Herrera, che lo aveva già allenato al Barcellona. Nonostante il successo al Barça, Suarez sceglie di seguire Herrera, decisione che si rivela in seguito perfettamente azzeccata.
Inizia l’epoca d’oro dell’Inter. In nerazzurro, Suarez gioca 333 partite, vince tre scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali. Le sue perle calcistiche, immortali nella memoria di chi ha avuto il privilegio di assistere alle sue partite, rimangono testimonianze di un talento raro.
La sontuosa carriera di Suarez si conclude alla Sampdoria (1970-73), prima di passare alla carriera di allenatore, che lo vedrà guidare Inter, Cagliari, Spal, Como, Deportivo e ancora Inter. Un legame forte, quello di Suarez con l’Italia, che oggi piange la perdita di una delle personalità più brillanti della storia del calcio.