Ribellione per la libertà: la storia di coraggio di una giovane ragazza pachistana in Italia.
Una pericolosa fotocopia dell’orrore, quella che si stava per consumare a Novellara nel reggiano. “Se non ti sposi farai la fine di Saman”, queste le parole che hanno spinto una giovane pachistana a denunciare i genitori, anche loro pachistani. Nel 2021 la ragazza si era sposata a distanza con un connazionale ma di fronte al suo rifiuto delle nozze anche fisiche è scattata la minaccia familiare, preceduta da repressioni e limitazioni della sua libertà sia in senso materiale che culturale.
La lezione della povera Saman, che viveva nella stessa zona e che ha perso la vita per gli stessi motivi, è servita a qualcosa.
Ribellarsi serve a salvarsi, la ragazza è ora in una comunità protetta, sotto la cura degli assistenti sociali, mentre per i genitori oltre alle denunce sono scattati il divieto di avvicinamento e di comunicazione e il braccialetto elettronico.
Anche la lezione della povera Giulia Cecchettin, pur in un contesto completamente diverso, è servita a qualcosa. Maggiore prevenzione e maggiore repressione da sole non risolvono i problemi ma le leggi se applicate in una filiera sociale che funziona (preparazione degli operatori, tempismo, collaborazione fra forze dell’ordine e magistratura, funzionamento dei servizi sociali e dei centri anti-.violenza) possono evitare le tragedie. Rimane il tema culturale, l’incontro-scontro tra modelli ancestrali di mondi diversi dal nostro e quelli di una moderna democrazia occidentale. Imperfetta per carità, ma sul diritto alla libertà di una donna non si può prescindere, né sul suo diritto a sposare chi vuole se lo vuole.
La nostra meravigliosa Costituzione garantisce tutta una serie di paletti ormai per noi sacrosanti come garantisce il rispetto per diversità e minoranze. Per farla breve, chi viene a stare da noi viene rispettato nella sua identità purché rispetti le regole della nostra società e del nostro Stato. Una ragazza pachistana che vive nella bellissima Emilia decide lei chi amare e sposare.
Questo è il vero senso dell’inclusione, non una retorica ridicola che tutela enclave antropologiche impermeabili a qualsiasi contaminazione e apertura . E colpisce anche il silenzio delle nostre femministe, forse distratte dai riti natalizi. Dopo tanto tuonare sul nostro ancora troppo vivo patriarcato, che dire di questo Medioevo che stava per portare alla morte una povera ragazza innocente?