Riders, la Procura di Milano ha aperto un’indagine conoscitiva sul mondo dei ciclofattorini. Si sospettano casi di caporalato tra i lavoratori.
La Procura di Milano ha aperto un’indagine sui riders, i fattorini addetti alla consegna del cibo a domicilio. Gli inquirenti hanno aperto un’inchiesta sulla violazione delle norme anti-infortunio, delle norme della sicurezza stradale e sullo sfruttamento dei lavoratori. Si ipotizza che in alcuni casi possano essere impiegati e sfruttati lavoratori clandestini, una sorta di caporalato.
Indagine della Procura di Milano sui riders
La Procura di Milano, allo scopo di fare luce su un mondo ancora poco conosciuto anche alla giustizia, ha aperto un’inchiesta conoscitiva per fare luce sulle dinamiche interne al mondo dei ciclo-fattorini. Il sospetto è che in molti casi possano non essere rispettate le norme di sicurezza sia per quanto riguarda i fattorini che per quanto riguarda le norme stradali.
Possibile caporalato tra i ciclofattorini
Si ipotizza inoltre una forma di caporalato tra i fattorini. Solo nel mese di agosto, in occasione di trenta controlli sui riders, le autorità hanno individuato tre lavoratori irregolari, clandestini e senza documenti in regola.
Chi sono i riders e come lavorano
I riders sono fattorini che non sono dipendenti di una società ma rispondono a una piattaforma online – Deliveroo, Uber Eats, Just Et, tanto per fare alcuni nomi – che si garantiscono così un servizio di consegne attivo ventiquattro ore su ventiquattro e potenzialmente trecentosessantacinque giorni ogni anno.
In molti casi il colloquio è telefonico e la formazione è completamente autonoma se non addirittura volontaria.
I compensi per questi nuovi attori del mondo del lavoro vanno dai due euro in su per ogni consegna, trasformando il palcoscenico in una vera e propria giungla nella quale chi più consegna più guadagna. Spesso a discapito della propria sicurezza e incolumità.
