La proposta di Bernini: la fuga di cervelli per fare esperienza
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Direttore: Alessandro Plateroti

La proposta di Bernini: la fuga di cervelli per fare esperienza

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Il ministro Bernini propone un piano per valorizzare il turismo e incentivare i laureati che sono fuggiti all’estero a tornare.

In occasione della presentazione del “Progetto Turismo delle Radici” finanziato dal Pnrr, il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha spiegato la sua teoria per quanto riguarda i talenti italiani che cercano fortuna all’estero: sarebbe giusto lasciarli “fuggire” per fare esperienza, sperando in un loro ritorno a casa.

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Una sfida per l’Italia

Il vero obiettivo non è cessare la fuga di cervelli all’estero, ma dargli un motivo per tornare più forti e determinati di prima. Così dichiara il ministro Bernini alla Farnesina, dove spiega: “La fuga di cervelli dall’Italia non va drenata ma implementata, la vera sfida è farli tornare più forti di prima e quello che dobbiamo fare è dare loro ragioni per tornare al di là e oltre il patriottismo”.

Tuttavia, la proposta sembra abbastanza rischiosa dal momento che, di solito, chi dopo una buona specializzazione si trasferisce all’estero, qui riesce a trovare lavoro e il più delle volte ci resta. Il motivo? Sicuramente la possibilità di trovare offerte più vantaggiose rispetto all’Italia.

I laureati espatriati all’estero

Infatti si rileva che, tra il 2012 e il 2021, oltre 1 milione di italiani è espatriato, di cui circa un quarto in possesso della laurea: ciò ha constatato una perdita complessiva di oltre 79mila giovani laureati. Solo il 2021 ha segnato un calo del tasso di giovani laureati che hanno deciso di trasferirsi oltre i propri confini, ma la quota dei laureati espatriati è rimasta stabile dal 45,6% del 2020 al 45,7% del 2021.

Il “Progetto Turismo delle Radici”, quindi, rilancia il turismo in Italia valorizzando i piccoli borghi ai quali gli italiani all’estero potrebbero fare ritorno per riscoprire le loro radici e la loro cultura. Per il ministro Bernini, il turismo delle radici “si rivolge a un bacino di utenza stimato in circa 80 milioni di persone, tanti sono gli italiani di seconda e terza generazione che vivono all’estero”.

Un ramo su cui fare leva è poi il sistema educativo, visto come un canale di valorizzazione delle nostre radici. Per questo motivo università, enti di ricerca e l’alta formazione artistica, musicale e coreutica possono aiutare l’internazionalizzazione e dare il loro contributo allo sviluppo del progetto”.

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ultimo aggiornamento: 17 Febbraio 2023 14:23

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