Covid, la valutazione dell’Istituto Spallanzani sul vaccino russo Sputnik: il medicinale funziona. Ma ci sono ancora delle zone d’ombra che devono essere chiarite.
L’Istituto Spallanzani di Roma, baluardo della lotta al coronavirus soprattutto nella primissima fase dell’emergenza sanitaria, ha approvato il vaccino Sputnik contro il Covid. I tecnici dell’Istituto hanno dato un parere positivo e hanno chiesto che si lavori per arrivare all’approvazione di un siero valido in grado di rafforzare la campagna di vaccinazione in Italia. Campagna di vaccinazione che al momento, come noto, va a rilento.
Covid, la valutazione dello Spallanzani sul vaccino Sputnik
Lo Spallanzani ha deciso di procedere con una valutazione indipendente dal vaccino Sputnik contro il Covid. Si tratta del vaccino russo che in Europa fatica a prendere piede e si ipotizza che dietro alla scelta di non investire su questo prodotto ci siano motivazioni politiche più che sanitarie.
Stando ai dati a disposizione, il vaccino avrebbe un’efficacia di oltre il novanta per cento per quanto riguarda le forme lievi di infezione e del cento per cento per quanto riguarda le forme gravi di malattia. Si tratta quindi di un prodotto valido, una valida arma nella lotta contro il Covid.
I dubbi da chiarire. Ispettori italiani a Mosca
Chiarito che il vaccino Sputnik è efficace, ci sono però delle zone d’ombra, come le poche informazioni a disposizione sulla tecnologia intorno alla quale ruota il funzionamento del vaccino russo contro il Covid. Inoltre anche gli studi e le sperimentazioni sono state condotte in maniera anomala rispetto agli standard europei. E per questo motivo ispettori italiani partiranno alla volta di Mosca per un lavoro di indagine negli stabilimenti nei quali è stato prodotto il vaccino.
L’Italia attende l’approvazione da parte delle autorità europee
La posizione delle autorità sanitarie italiane è chiara. Il vaccino, nonostante i dubbi che in qualche modo lo circondano, sembra efficace. Detto ciò l’Italia non vuole muoversi in maniera indipendente da Bruxelles e aspetta che arrivi l’approvazione da parte delle autorità europee prima di procedere con le trattative per la consegna delle dosi.