Il premier Lukashenko è riuscito a convincere il leader dei mercenari ad interrompere la sua avanzata verso Mosca.
La ribellione dei Wagner in Russia sembra, per il momento, essersi sospesa. Evgeny Prigozhin, infatti, lascerà il Paese e si recherà in Bielorussia, dopo l’intervento di mediazione del premier Lukashenko, e l’indagine nei suoi confronti verrà archiviata. L’accusa di ammutinamento è stata infatti ritirata dal Cremlino per evitare “un bagno di sangue“, come rendono noto delle fonti interne al governo di Putin. “Il caso penale contro di lui sarà ritirato” ha aggiunto il portavoce russo Dmitry Peskov e “nessuno perseguiterà” i mercenari della Wagner “visti i loro meriti sul fronte ucraino“.
“Alcuni di loro“, prosegue il politico del Cremlino, potranno “firmare contratti con il Minstero della Difesa“. La Russia ha elogiato il tempestivo intervento del premier Lukashenko: “Siamo grati al Presidente della Bielorussia – ha detto Peskov – per i suoi sforzi diplomatici. Conosce personalmente Prigozhin da molto tempo, da più di 20 anni“. “L’operazione militare speciale continua – ha concluso il portavoce del governo di Putin -. Le nostre truppe sono riuscite a respingere la controffensiva ucraina“.
“La Wagner ha umiliato Putin”
“Prigozhin ha umiliato Putin/Stato e ha dimostrato che in Russia non esiste più il monopolio della violenza legittima“, ha commentato ironicamente su Twitter Mykhailo Podoliak, giornalista ucraino. Il potere del Cremlino, dopo il tentativo di ribellione dei mercenari della Wagner, ha subito un pesante ridimensionamento. L’intelligence degli Stati Uniti d’America, inoltre, era a conoscenza del piano di insurrezione di Prigozhin. Secondo il Washington Post, gli Usa avevano già reperito sufficienti informazioni sulla possibilità di una ribellione da “metà giugno“.