Ignazio La Russa propone un rinvio per evitare il ‘canguro’ nella riforma della separazione delle carriere dei magistrati.
La riforma sulla separazione delle carriere dei magistrati è diventata uno dei punti più controversi del dibattito politico italiano, lo sa bene La Russa. In Senato, le tensioni si concentrano sull’eventuale utilizzo del ‘canguro’, una tecnica procedurale che consente di accorpare e saltare votazioni su emendamenti simili. Questa scelta, pur legittima, rischia di comprimere il confronto parlamentare, suscitando critiche soprattutto dalle opposizioni.
Il rischio di uno scontro frontale in Aula è elevato, soprattutto perché l’obiettivo della maggioranza è arrivare rapidamente all’approvazione della riforma. Per cercare di evitare questo scenario, è intervenuto direttamente il presidente del Senato, Ignazio La Russa.

La proposta di La Russa e l’attesa di una risposta
In un dialogo informale con i cronisti a Palazzo Madama, La Russa ha rivelato un tentativo di mediazione che potrebbe evitare lo scontro imminente. “Ho fatto un tentativo informalissimo, neanche con tutti i Capigruppo, solo con alcuni. Se andava bene con loro avrei informalmente chiamato anche gli altri per tentare di arrivare ad una soluzione equilibrata”.
Secondo il presidente del Senato, l’intenzione era quella di evitare il ricorso al ‘canguro’ prevedendo una serie di sedute ravvicinate in Commissione. “Ho proposto e devo dire che il presidente della Commissione non mi ha detto no, di rinviare ancora la data dell’Aula”, ha precisato La Russa. L’obiettivo dichiarato sarebbe stato di definire “una data certa entro la quale si doveva chiudere in Commissione dando il mandato al relatore”.
Incertezza sulla risposta finale
Nonostante la proposta, La Russa non ha ancora ricevuto una risposta chiara. “Sto ancora aspettando la risposta, che non so quale sarà, ma mi è sembrato di intuirla…”, ha concluso. Una frase che lascia trasparire incertezza e preoccupazione. L’eventuale mancata adesione all’invito del presidente del Senato potrebbe spingere la maggioranza a procedere comunque, riaprendo la strada all’uso del ‘canguro’, e alimentando così ulteriori tensioni istituzionali.