Sale il rischio di una possibile evoluzione nucleare del conflitto. Medvedev: “Non c’è nulla di imbarazzante al riguardo”.
La guerra fra Russia ed Ucraina continua, nonostante un colpo di stato fallito da parte della Wagner – forse non così veritierio – e più di un anno di combattimenti. Se minacciati ulteriormente, i militari di Vladimir Putin sarebbero pronti ad attaccare le centrali nucleari dei propri avversari, trasformando inevitabilmente il conflitto in uno scontro nucleare.
Della possibilità ha parlato anche il vicepresidente del Consiglio di sicurezza di Mosca Dmitry Medvedev, intervenuto per rispondere all’indiscrezione che riportava la volontà di Zelensky di attaccare la centrale russa di Smolensk. In caso venga confermata questa ipotesi, per le forze armate di Putin “sarà necessario esaminare uno scenario d’attacco simultaneo” diretto a tre centrali dell’Ucraina: quelle situate a Rivne, a Pivdennoukrainski e a Khmelnytskyi.
Una minaccia estesa anche al resto dell’Europa
Quello di Medvedev, però, è un monito diretto anche al resto del continente che sta ospitando il conflitto fra le due ex nazioni dell’Urss. L’offensiva russa potrebbe essere diretta anche contro “impianti nucleari nell’Europa dell’Est“. “Non c’è nulla di imbarazzante al riguardo“, aggiunge il politico.
I Paesi citati dovrebbero essere Bulgaria, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia ma, attaccarli, significherebbe tirare sicuramente in ballo la Nato con la possibilità di un conflitto che diventerebbe mondiale.