Gas, Russia pronta a riaprire gasdotto per rifornire l’Europa 

Gas, Russia pronta a riaprire gasdotto per rifornire l’Europa 

La Russia va verso la riapertura delle forniture di gas in Europa con la riapertura del gasdotto Yamal. Lo riferisce Alexander Novak.

La Russia ha annunciato di essere pronta a riaprire i rubinetti del gasdotto Yamal per rifornire l’Europa. L’annuncio è arrivato dal vice primo ministro russo Alexander Novak, che ha riferito: “Possiamo dire con certezza che c’è richiesta del nostro gas”. 

La notizia è quindi ufficiale: la Russia va verso la riapertura dei condotti di gas per il rifornimento in Europa. Il gasdotto Yamal-Europe, chiuso in precedenza a causa dei contrasti sorti con la guerra in Ucraina, a breve tornerà a rifornire il territorio europeo.

Novak: “Mercato europeo rimane rilevante”

Il vice primo ministro russo Alexander Novak ha reso nota la notizia tramite l’agenzia di stampa statale russa Tass. Noval ha dichiarato: “Il mercato europeo rimane rilevante, poiché la carenza di gas persiste e abbiamo tutte le opportunità per riprendere le forniture. Ad esempio, il gasdotto Yamal-Europe, che è stato fermato per motivi politici, rimane inutilizzato”, spiega. 

Stando a quanto riferito dal vice primo ministro russo Alexander Novak in sede d’intervista, nel giro di 11 mesi nel 2022 le forniture di gas naturale liquefatto sono aumentate a 19,4 miliardi di metri cubi. Per la fine dell’anno, la previsione della richiesta ammonta a 21 miliardi. Novak ha poi sottolineato durante l’intervista: “Oggi possiamo dire con certezza che c’è richiesta del nostro gas” da parte di tutto il territorio europeo, “quindi continuiamo a vedere l’Europa come un potenziale mercato dei nostri prodotti. È chiaro tuttavia che contro di noi è stata avviata una campagna su larga scala, che si è conclusa con il sabotaggio del Nord Stream”. 

Inoltre, durante l’intervista con l’agenzia di stampa Tass, Novak ha anche spiegato che il Cremlino sta contrattando l’accordo con la Turchia per ulteriori forniture di gas in seguito alla creazione di un hub nel Paese di Erdogan.