La situazione in Libia dovrà essere affrontata da Meloni

La situazione in Libia dovrà essere affrontata da Meloni

Giorgia Meloni dovrà occuparsi delle tensioni tra la Libia, la Grecia e la Turchia, a cui è legata fortemente anche l’Italia.

Per una serie di motivi la Libia è strettamente legata all’Italia e le azioni da intraprendere dovranno essere vagliate attentamente dal governo Meloni, come ha sottolineato lei stessa nel discorso durante il voto di fiducia in Parlamento. Il percorso di collaborazione è stato già intrapreso con gli incontri con il leader egiziano Abdel Fattah al Sisi, quello algerino Abdelmadjid Tebboune, e il presidente turco Erdogan al G20 di Bali.

G20 Bali Giorgia Meloni Recep Tayyp Erdogan

Astio tra Libia e Grecia

Il ministro degli Esteri greco Nikos Dendias avrebbe dovuto incontrare a Tripoli solo il presidente del consiglio presidenziale Mohamed al-Menfi, e non membri del governo. Eppure, al suo arrivo la ministra libica Najla al-Mangoush era ai piedi dell’aereo per accogliere il suo omologo greco.

L’accordo tra Grecia e Libia prevedeva che non ci sarebbe stato alcun incontro tra il signor Dendias e il suo omologo libico. Accusando le autorità libiche di aver sfuggito a questo patto, il ministro greco si è rifiutato di scendere dall’aereo, partendo direttamente a Bengasi le autorità per donare vaccini anti-Covid. Il ministero libico ha condannato questo gesto, promettendo di rispondere “con le opportune misure diplomatiche”.

La situazione in Libia

Dopo la caduta del regime di Muammar , in Libia ci sono due entità governative: il Governo di Unità Nazionale (Gnu) presieduto da Abdul Hamid Dbeibah con sede a Tripoli e il Governo di Stabilità Nazionale (Gns) con sede a Bengasi e guidato da Fathi Bashagha. Da allora ci sono sempre stati sanguinosi conflitti tra le due parti. Onu, con Turchia, Qatar, Stati Uniti e Ue, sostengono Tripoli, mentre Emirati Arabi Uniti, Russia ed Egitto sostengono Bengasi.

L’accordo per il gas

Tra Turchia e Grecia però ci sono alte tensioni: dopo che la Turchia ha firmato un accordo per la ricerca di gas e petrolio nelle acque libiche, il ministro degli Esteri greco Dendias ha dichiarato “Questo accordo minaccia la stabilità e la sicurezza nel Mediterraneo”. La costruzione del gasdotto Eastmed, con una capacità di trasporto di 10 miliardi di metri cubi annuali, dovrebbe portare il gas del Mediterraneo orientale in Grecia, e in un secondo tempo anche in Italia. Ma ci sono perplessità dal punto di vista economico.

La Turchia ha reagito aumentando la sua influenza sul Mediterraneo Orientale portando la sua Zee a ridosso dell’area in cui dovrebbe sorgere il gasdotto. In questo modo potrebbe avanzare pretese legali per ostacolare il progetto, proponendosi come ponte alternativo per l’esportazione del gas in Europa, entrando in competizione con Grecia e Italia.

Il ruolo dell’Italia

In tutto ciò, l’Italia ha un ruolo rilevante in quanto primo partner commerciale della Libia. Le esportazioni verso la Libia sono cresciute dall’inizio del 2022 di oltre il 71 per cento rispetto al 2021, mentre le importazioni in Italia dalla Libia sono invece cresciute del 86,5 per cento. Dal punto di vista energetico poi, la Libia è il secondo fornitore di petrolio in Italia e il quarto più importante partner per l’importazione di gas. Il gas arriva in Italia dalla Libia tramite il gasdotto Greenstream, passando dalla rete nazionale a Gela, in Sicilia.

Poi sul tema dell’immigrazione, la Libia è un Paese centrale nella rotta migratoria del Mediterraneo: da lì transitano molti migranti che poi arrivano in Italia via mare.