Il Ministro della Salute Roberto Speranza proroga la chiusura degli impianti sciistici fino al 5 marzo: la stagione invernale è saltata.
Con la proroga della chiusura degli impianti sciistici fino al prossimo 5 marzo, la stagione invernale è definitivamente saltata. Concordano le associazioni del settore, i Presidenti delle Regioni, le amministrazioni locali. Il 2021 si chiuderà, per quanto riguarda il turismo invernale, con guadagni quasi a zero e con spese comunque ingenti per i costi di gestione e simili.
Covid, la stagione invernale è saltata: il settore a rischio fallimento
“La stagione è finita, per molti operatori che in questi istanti mi hanno confermato che non apriranno più“, ammette Marco Bussone, presidente dell’Unione nazionale dei Comuni e delle comunità e Enti montani.
A pesare non sono solo i costi ordinari, ma anche le spese affrontate in vista del 15 febbraio, che doveva essere il giorno della riapertura degli impianti sciistici come comunicato dal Comitato Tecnico Scientifico. Prima del clamoroso passo indietro del 14 febbraio, a poche ora da quello che doveva essere l’inizio della stagione invernale. Un colpo durissimo per il mondo del turismo invernale. E ora la speranza è che i ristori possano almeno evitare la catastrofe.
“Abbiamo buttato al vento milioni di euro in quest’ultima settimana. Uno spreco. Ora contiamo i danni, che in settimana dovranno essere rimborsati con adeguati ristori […]. Per il personale serve immediatamente un’indennità, la cassa integrazione. Il governo Draghi si attivi immediatamente“.
ANEF, “Ci sentiamo presi in giro di fronte a tutto quello che abbiamo fatto”
“Ormai la stagione è saltata, ci sentiamo presi in giro di fronte a tutto quello che abbiamo speso per l’apertura, in vista della quale abbiamo assunto altro personale. I ristori siano immediati, altrimenti il comparto va in fallimento. Siamo il settore più penalizzato: da 12 mesi senza un euro di incasso ma con spese e stipendi da pagare. La cassa integrazione è arrivata a dicembre, da luglio lavoravamo per preparare l’inverno”, comunica l’Associazione Nazionale Esercenti Funiviari.
Protestano le Regioni
La protesta arriva anche dai Presidenti delle Regioni, che si lamentano soprattutto per i tempi della comunicazione. Annunciare la proroga della chiusura degli impianti sciistici a poche ore dalla riapertura è poco corretto, poco lungimirante e poco rispettoso per chi della neve e dello sci ci vive, nel senso economico del termine.
“Stupore e sconcerto, anche a nome delle altre Regioni, per la decisione di bloccare la riapertura degli impianti sciistici a pochissime ore dalla annunciata e condivisa ripartenza“, ha dichiarato il Presidente della Conferenza delle Regioni Bonaccini. “Solo una settimana fa il Cts nazionale aveva validato la riapertura di queste attività in zona gialla attraverso linee guida molto stringenti, formulate dalle Regioni in accordo coi gestori e secondo le indicazioni degli stessi tecnici. Così come siamo stati noi presidenti a condividere di bloccare gli spostamenti tra regioni, anche in zona gialla, anche per le prossime settimane. Poi, in queste ore, abbiamo assistito ad un cambio repentino di orientamento da parte del Cts, che spiazza totalmente i gestori degli impianti e quanti avevano già prenotato“.
I ministri della Lega: “Indennizzi devono avere la priorità assoluta”
La Lega alza la voce con Matteo Salvini, che attacca i tecnici e il metodo Conte perpetrato anche dopo il cambio esecutivo, e con Giorgetti e Garavaglia, al governo come Ministro dello Sviluppo economico e Ministro del Turismo.
“Gli indennizzi per la montagna devono avere la priorità assoluta. Quando si reca un danno, il danno va indennizzato, già subito nel prossimo decreto“, hanno comunicato i due ministri leghisti al governo.