La Terra è stata investita da una tempesta geomagnetica di classe G3 non prevista. Cosa ha causato l’evento e quali conseguenze.
Tempesta solare in arrivo. Nel vasto e inaccessibile spazio che ci separa dal Sole, ogni giorno si scatenano fenomeni di portata straordinaria. Flussi di plasma, brillamenti e onde di particelle attraversano milioni di chilometri per raggiungere il nostro pianeta. Questa costante attività solare viene monitorata con attenzione, ma la sua natura imprevedibile mette spesso alla prova anche i modelli più sofisticati.

Il lato oscuro del Sole: quando l’imprevisto arriva dallo spazio
Il meteo spaziale è un campo in costante evoluzione: si basa sull’osservazione delle eruzioni solari, dei buchi coronali e delle interazioni tra particelle cariche. La maggior parte delle perturbazioni non ha effetti sensibili sulla Terra, ma quando il vento solare interagisce in modo anomalo con la magnetosfera terrestre, il risultato può essere molto più serio di quanto previsto.
Oggi, giovedì 29 maggio, gli scienziati si attendevano solo un evento di lieve entità, una tempesta solare di classe G1. Ma la realtà ha superato le previsioni.
La verità dietro l’impatto: una G3 causata da una CIR
Poco prima dell’alba, intorno alle 04:16 ora italiana, la Terra è stata investita da una tempesta geomagnetica di classe G3, classificata come forte secondo la scala NOAA. L’intensità è stata tale da far registrare un indice kP pari a 7, livello che indica un’attività geomagnetica significativa.
L’origine dell’evento è stata attribuita a una CIR – Regione di Interazione Co-rotante. Queste regioni si formano quando flussi di vento solare veloce incontrano zone più lente, generando onde d’urto che potenziano il vento solare e scatenano tempeste geomagnetiche. A differenza delle più note espulsioni di massa coronale (CME), le CIR sono meno esplosive ma altrettanto efficaci nel disturbare il campo magnetico terrestre.
Le conseguenze non si sono fatte attendere: si sono verificati disturbi alle comunicazioni radio, problemi alla navigazione satellitare e condizioni favorevoli alla formazione di aurore polari a latitudini insolite. Tuttavia, in Italia l’orario diurno e un indice kP non ancora sufficiente hanno impedito la visibilità del fenomeno.
La coda dell’evento è ancora in corso sotto forma di una tempesta di classe G1. Gli esperti continuano a monitorare il Sole, in particolare le macchie solari AR 4099 e AR 4100, che potrebbero generare nuove eruzioni nei prossimi giorni.