Documenti del Vajont a Belluno: archivio di stato e memoria storica

Documenti del Vajont a Belluno: archivio di stato e memoria storica

Le carte processuali sul disastro del Vajont resteranno definitivamente a Belluno. Custoditi nell’Archivio di Stato.

La recente decisione di mantenere le carte processuali del Vajont a Belluno rappresenta un significativo passo avanti nella tutela della memoria storica. I 5205 documenti, che narrano la tragica vicenda del 9 ottobre 1963, saranno conservati nell’Archivio di Stato di Belluno, segnando un’importante vittoria per la comunità locale.

diga Vajont

La custodia permanente dei documenti del Vajont a Belluno

Il sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi, come riportato da ansa.it ha annunciato la decisione, sottolineando l’importanza di dare un luogo fisico alla storia, affinché la memoria di eventi così dolorosi possa essere tramandata alle future generazioni.

Il sindaco di Longarone e presidente della Provincia di Belluno, ha accolto con entusiasmo la notizia, definendola “un ottimo modo di coltivare la memoria”.

Egli ha sottolineato come il completamento del processo di digitalizzazione, durato ben 17 anni, permetterà di rendere questi documenti accessibili a tutti attraverso la rete. Questa scelta non solo preserva la storia, ma la rende anche fruibile a livello nazionale, offrendo uno strumento prezioso per chiunque voglia approfondire le vicende legate al disastro del Vajont.

Un lungo percorso di memoria e digitalizzazione

Il tragico evento del Vajont, che causò la morte di 1910 persone, rimane una ferita aperta nella storia italiana. Il procedimento giudiziario che seguì, svoltosi tra il 1968 e il 1970 a L’Aquila, ha lasciato un’eredità documentale di inestimabile valore.

La digitalizzazione dei documenti, interrotta a causa del terremoto del 2009, è stata completata dopo il trasferimento provvisorio delle carte a Belluno.

La Direzione Generale Archivi ha ora deciso di rendere definitivo questo trasferimento, affidando a Belluno la custodia delle carte processuali. Questi documenti, raccolti in 257 buste, rappresentano un patrimonio storico che sarà finalmente accessibile da remoto, garantendo la fruizione a studiosi e cittadini.

Coltivare la memoria significa rispettare la sensibilità dei territori,” ha affermato Padrin, ricordando l’importanza di mantenere viva la storia, soprattutto per le comunità direttamente colpite dalla tragedia.

La collaborazione tra la Fondazione Vajont, il Comune di Longarone e l’Archivio di Stato di Belluno ha permesso non solo di preservare fisicamente i documenti nel luogo in cui il disastro è avvenuto, ma anche di creare una rete culturale e istituzionale che contribuirà a tramandare questa memoria collettiva.