Dentro la “cultura patriarcale”: lotta contro la violenza domestica e il femminicidio in Italia.
La piaga della violenza domestica, ma soprattutto il fenomeno del femminicidio, sono temi su cui il Paese sta finalmente cominciando a confrontarsi. Sul banco degli imputati, oltre a chi si è reso responsabile delle violenze sulle donne, c’è oggi quella cosiddetta “cultura patriarcale” che sarebbe ancora ben radicata nella società italiana, tendenzialmente “maschilista” e ancora radicata in modelli culturali che giustificano la prevaricazione sessuale.
Secondo questa tesi, la responsabilità della violenza domestica sarebbe quindi una chiamata di correità nei confronti dell’intera società italiana, che fino a pochi decenni fa considerava un’attenuante il delitto passionale.
Dopo anni di silenzio, insomma, la violenza domestica è ora una questione politica che ha raggiunto l’attenzione globale, anche grazie ai numerosi movimenti per combattere la violenza contro le donne in tutto il mondo. Perché il problema non è solo italiano, ma riguarda ogni Paese in ogni società, e non ha radici ideologiche ma situazioni spesso oggettive di sotto-cultura, di emarginazione o comunque di disagio tali da spingere al crimine e alla violenza i soggetti più violenti e psicologicamente instabili. In Italia, come all’estero.
Ed è per questo che la questione è stata affrontata da organismi internazionali, nazionali e regionali attraverso una serie di iniziative, tra cui la CEDAW – Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne.
Negli ultimi anni queste campagne e convegni hanno portato a un numero crescente di paesi che hanno introdotto leggi sulla violenza domestica, primo tra tutti l’Italia. Ma alcuni paesi devono ancora introdurre una legislazione. Secondo il rapporto Women, Business and the Law della Banca Mondiale, dei 173 paesi presi in esame dallo studio, 125 hanno finora approvato una legislazione specifica sulla violenza domestica, mentre 46 paesi non l’hanno fatto. Ma anche nei paesi in cui sono state approvate normative ad hoc, le leggi si dimostrano spesso incomplete, poco deterrenti o di debole applicazione.
Come ha detto la Banca Mondiale, non basta trattare la violenza sulle donne come ogni altro reato contro la persona: servono leggi specifiche in grado di offrire una maggiore protezione alle donne attraverso un perseguimento completo di tutte le forme di violenza, attraverso investimenti pubblici nei centri di assistenza e crisi, ordini restrittivi rigidissimi contro gli aggressori e attraverso un messaggio più chiaro che la violenza intra-familiare non è tollerata.
Dare la colpa alla società patriarcale, significa fare la politica dello struzzo.