Il racconto di come i medici hanno provato a salvare Rokia
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Direttore: Alessandro Plateroti

Il racconto di come i medici hanno provato a salvare Rokia

Ambulanza, pronto soccorso

I medici di Lampedusa hanno raccontato la storia di come hanno provato a salvare la piccola Rokia, una bimba migrante di soli due anni.

Rokia è la bimba morta a soli due anni durante il naufragio a Lampedusa: la piccola aveva i polmoni colmi d’acqua. La bimba si trovava a bordo di un barchino carico di migranti poco distante dall’isola di Lampedusa, in Sicilia. Poco prima di giungere a destinazione, il barchino si è ribaltato. A quel punto sono intervenuti i soccorritori. 

Il racconto dei medici

I medici della Guardia medica hanno raccontato in che modo hanno provato a salvare la piccola Rokia. Rosalba Tantillo, la responsabile dell’area emergenza dal Poliambulatorio di Lampedusa, ha raccontato la drammatica vicenda: “Abbiamo fatto tutto quello che era umanamente possibile, abbiamo rianimato Rokia per più di un’ora, ma non c’è stato nulla da fare. Il polmoni della bimba erano pieni di acqua. Era già morta. E per noi, ogni volta, è una sconfitta. Perché non siamo mai pronti…”. E prosegue: “Cercavamo di trovare un respiro, un segno sull’elettrocardiogramma. Per noi è un dolore immenso vedere spegnere una vita, di una bimba poi…”.  

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Ambulanza

Anche l’infermiere Franco Galletto, presente durante le operazioni di soccorso, ha raccontato: “La bambina è stata portata, in stato di incoscienza, alle 16, in Guardia medica. Indossava ancora una calzamaglia intrisa di acqua. Io l’ho tenuta in braccio. Già in ambulanza avevamo capito che non si riusciva a rianimare. Ma la speranza c’è sempre. Le accarezzavo quelle belle treccine nere. Ma non dava segni di vita. Quanti bimbi senza vita ho tenuto in braccio negli anni…”.  

La dottoressa Tantillo continua: “Abbiamo usato persino un phon per provare a riscaldarla. Ma dopo un’ora di manovre rianimatorie i medici si sono dovuti arrendere. Alle 17.10 è stata dichiarata la morte della piccola Rokia. È stato il mediatore culturale Mussah, chiamato da tutti Mosè, proveniente dalla Guinea, e ora in forza all’Asp di Palermo, a dare la notizia atroce alla giovane mamma di Rokia. Mi ha molto colpito vedere il volto pietrificato della madre. Un lutto vissuto in silenzio e con grande dignità. Si vedeva che soffriva moltissimo. Ha pianto in totale silenzio”. 

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ultimo aggiornamento: 19 Dicembre 2022 11:17

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