Lampedusa, omissione di soccorso di Marina e Guardia Costiera

Lampedusa, omissione di soccorso di Marina e Guardia Costiera

Il Tribunale di Roma accusa Licciardi e Manna per non aver soccorso il barcone a Lampedusa, ma vengono salvati dalla prescrizione.

Il Tribunale di Roma accusa la Marina e la Guardia costiera per omissione dolosa dei soccorsi che l’11 ottobre 2013 ha visto il naufragio di bambini avvenuto a sud di Lampedusa. La loro decisione di non intervenire avrebbe contribuito al pesante bilancio che conta 268 morti, tra cui sessanta bimbi sui cento minori a bordo di un peschereccio partito la sera prima dalla Libia.

Gli imputati, il capitano di vascello Leopoldo Manna (61 anni) e il capitano di fregata Luca Licciardi (52 anni) hanno evitato la condanna per la prescrizione dei reati contestati. Ma lo Stato rischia ora di dover risarcire danni per milioni ai familiari delle vittime.

Migranti

L’omissione di soccorso

Il pattugliatore della Marina si trovava a un’ora di navigazione dal barcone che stava affondando, ma fece allontanare la comandante Catia Pellegrino evitando di soccorrere i naufraghi. La dolosa omissione ha comportato i reati di omicidio colposo e rifiuto di atti di ufficio.

“La normativa imponeva al comandante Manna di intimare formalmente la messa a disposizione di nave Libra, da dirigere tempestivamente in soccorso dei migranti, assumendo la doverosa iniziativa che conseguiva al fax maltese delle ore 16.22, ovvero chiedere al comando in capo della squadra navale di impartire il relativo ordine”, spiegano i giudici.

Il capitano di vascello Manna ha omesso di richiedere il concorso del mezzo navale della Marina militare corrispondente alla sigla P402, sebbene ve ne fosse la necessità. Di conseguenza sarebbe stato l’organismo di comando della Marina militare a dover disattendere, assumendosene le relative responsabilità.

La responsabilità della Marina Militare

Manna e Licciardi erano in continuo contatto con i propri cellulari, “sì da potersi confrontare direttamente sulle forze militari presenti e disponibili nell’area”. I giudici dichiarano: “Altrettanto evidente è l’operato del Licciardi, mirato a eludere l’eventualità di un coinvolgimento delle unità navali della Marina, impartendo ordini atti a denotare come fosse perfettamente conscio che il Libra, proprio per la sua posizione, rischiava di imporre un intervento soccorritore che era intenzionato a evitare”.

“Viceversa Licciardi interveniva direttamente alle ore 13.34 per approntare l’opposta strategia messa in atto con l’ufficiale superiore di servizio del centro operativo aeronavale, improntata all’inerzia elusiva”. Quindi, si evince che la condotta dei due alti ufficiali sia stata una scelta deliberata.

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