Il leader della Cgil, Maurizio Landini, ha parlato della situazione dei salari in Italia, asserendo la necessità di cambiare.
Il caro prezzi attuale ha causato un contraccolpo economico devastante per le famiglie italiane. Stando al leader della Cgil, Maurizio Landini, c’è la necessità di agire subito per prevenire una situazione ancora più grave, rispetto al momento già difficile che stanno vivendo gli italiani. Queste le parole di Landini durante il convegno “Il lavoro interroga”, organizzato proprio dalla Cgil.
Le dichiarazioni del leader della Cgil
Con il caro prezzi attuale, “la gente non ce la fa” ad arrivare a fine mese. Queste le parole di Maurizio Landini, che afferma che gli italiani hanno “già perso l’equivalente di una tredicesima”. Landini ha dichiarato che “tutti parlano del prossimo autunno, ma siamo già ora nell’autunno caldo. Bisogna, quindi, aumentare il netto in busta paga, serve far crescere i salari. Il governo ha deciso per una tantum di 200 euro mentre per poter reggere questa situazione, tra inflazione e costi di energia, ai lavoratori servirebbero che nei rinnovi i contratti prevedessero un aumento di almeno di 200 euro nette al mese. Non è più il momento di una tantum”.
In merito alle riforme da fare per migliorare la situazione dei lavoratori italiani, “bisogna aumentare i salari e il netto in busta paga“. Ma non solo: “serve capire con quale tipo di riforma: se si fa con il taglio del cuneo fiscale i benefici del taglio devono andare tutti ai lavoratori: non è più il momento del ‘dividere un pochino’ e senza abbassare la guardia sul sistema pensionistico”, asserisce Landini. “Se tagliare il cuneo per aumentare i salari finisce con il tagliare anche i contributi che servono a una pensione di dignità è un problema da non sottovalutare”.
Rispetto alle situazioni che si trovano ad affrontare i giovani italiani che si interfacciano con il mercato del lavoro, Landini ha commentato: “dopo il no di quella ragazza alla proposta detta di lavoro, 70 euro al giorno per 10 ore al giorno, 280 euro al mese avrei voluto che ci fosse stata una sollevazione popolare, altro che come qualcuno ha detto ‘non avete voglia di lavorare’: da quello che gli ha offerto quel posto e che si fa chiamare imprenditore , a proposito di lavoro nero, è comportamento inaccettabile”.
E, sempre sul lavoro nero, “se ci sono tante persone costrette a lavorare in nero è perché in tanti costringono i lavoratori a lavorare in nero altrimenti non ci sarebbe. È questa che dovrebbe essere una battaglia comune di dignità, di qualità del lavoro. Perché serve superare il fatto che il lavoro sia considerata solo una merce di scambio, comprata e venduta. E non sto pensando al superamento del capitalismo ma chiedo che almeno ci sia pari dignità tra lavoro e imprese”.