Il segretario della CGIL, Maurizio Landini, ha commentato l’esito del Referendum e parlato anche del suo futuro e dell’impegno sindacale.
L’esito del Referendum dell’8-9 giugno 2025 non è stato quello sperato dalle opposizioni e della CGIL ma non per questo si deve parlare di sconfitta. Lo ha detto in modo chiaro Maurizio Landini in svariate interviste concesse a più media dopo il risultato delle votazioni. Il numero uno del sindacato ha parlato, infatti, di una “non vittoria” e guai a demordere proprio adesso in merito alle azioni per il futuro dell’Italia.

Landini post Referendum: l’amarezza
“Il nostro obiettivo era cambiare le leggi, purtroppo il referendum è stato politicizzato, e non era ciò che volevamo. Ma questa è solo l’inizio di una nuova azione sindacale da mettere in campo”, ha spiegato Landini ai microfoni di La7. Il segretario della CGIL ha quindi insistito sulla necessità di ascoltare le persone, in particolare i giovani, al fine di “cambiare la cultura politica che oggi punta alla non partecipazione“. Secondo l’uomo, l’esito delle votazioni “è un punto di partenza” e in questo senso sul piano dell’iniziativa sindacale il suo lavoro proseguirà.
No dimissioni e sguardo al futuro
Come riportato dal Corriere della Sera, poi, Landini ha fatto riferimento all’ipotesi dimissioni legata appunto all’esito del Referendum: “Farmi da parte non ci penso lontanamente, non è oggetto di discussione, la strategia la abbiamo decisa insieme e non cambiamo idea”, ha detto.
In questa ottica, lo sguardo del leader CGIL è andato al futuro con il proposito di perseverare, “perché 14 milioni di cittadini sono andati a votare, nonostante la mancanza di informazione pubblica, ed è la base per un nuovo inizio”. L’analisi di Landini si è poi spostata su quanto fatto dal Governo con l’invito a non andare alle urne che ha “dimostrato che c’è una crisi democratica evidente“, alla quale si aggiungono “rappresentanti del governo che nemmeno conoscevano i quesiti”.