Laura e Claudia uccise al casello: la perizia psichiatra del killer

Laura e Claudia uccise al casello: la perizia psichiatra del killer

L’automobilista killer che a febbraio ha investito e ucciso le due amiche, Laura e Claudia, ha “crisi da fine del mondo”.

A sette mesi dal tragico schianto di febbraio scorso che uccise Laura Amato e Claudia Turconi, al casello di Milano Ghisolfa (A4 Milano-Torino), arrivano conferme sullo stato mentale del guidatore dell’auto, un 39enne marocchino.

La psicosi del 39enne

Già giudicato incapace di intendere e volere, dopo una prima perizia psichiatrica arriva la conferma sul vizio di mente del 39enne. Secondo i periti, l’uomo che travolse fatalmente Laura e Claudia (54 e 59 anni), soffrirebbe di una psicosi paranoide, con sindrome “da fine del mondo”.

Il suo stato mentale quella tragica notte è stato alterato dall’assunzione di cannabis e psicofarmaci, sfociando in vere e proprie crisi.

Nei mesi scorsi, per il 39enne accusato di omicidio colposo plurimo, è stato disposto l’obbligo di ricovero nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Piacenza e la libertà vigilata per un anno.

La morte di Laura e Claudia: le ricostruzioni

Il 16 febbraio, infatti, il 39enne aveva raggiunto l’ospedale di Piacenza per poi allontanarsi in auto fino all‘aeroporto di Malpensa, per prendere un volo per il Marocco. Tuttavia, viste le sue condizioni, l’uomo era stato accompagnato al presidio medico dove gli sono state somministrate gocce di un farmaco che contiene benzodiazepine.

Dopo venir trasferito all’ospedale di Gallarate, si allontana nuovamente mettendosi alla guida della sua auto in piena notte. Davanti a sé la Lancia Y di Laura e Claudia, le due operatrici sanitarie che muoiono sul colpo dopo lo schianto con la Lancia Musa al casello di Milano Ghisolfa.

Erano circa le 2.45 di notte, quando le due amiche stavano tornando dalla festa di compleanno di una delle due, la 54enne Laura Amato. Stando alle indagini della polizia stradale di Novara, nessun segno di frenata era stato accertato e l’auto quella notte viaggiava a quasi 150 km/h.