Lavoro: cosa cambia nel 2023

Lavoro: cosa cambia nel 2023

Tra riforma al reddito e smart working, tutti i cambiamenti previsti per il 2023 dalla legge di bilancio sul lavoro.

I provvedimenti presi dal governo per il 2023 sul lavoro non sono pochi. Dal taglio del cuneo fiscale alla modifica del reddito di cittadinanza. Cambia anche il tema dello smart working che da ieri dovrà essere stabilito da accordi individuali perché scadute le misure anti-covid. Il lavoro agile è stato prorogato fino al 31 marzo solo per i lavoratori fragili, sia nel pubblico che nel privato. Decade invece per chi ha figli minori di 14 anni. Per loro, come per gli altri valgono solo gli accordi individuali sottoscritti.

Per quanto riguarda l’esonero contributivo, confermato fino a 8mila euro per chi assume stabilmente donne svantaggiate, under36 e percettori del reddito di cittadinanza. Confermato per i redditi fino a 35mila euro il taglio del cuneo fiscale di due punti percentuali, che sale a 3 per redditi fino a 25mila euro. Relativamente al reddito di cittadinanza, il governo ha confermato la misura per cui il sussidio resterà solo per 7 mesi per gli occupabili e decade dopo il primo rifiuto ad un’offerta anche non “congrua”.

Lavoro al PC

Le misure della manovra

La manovra inoltre stanzia 250 milioni di euro, di cui 179 milioni per rifinanziare gli ammortizzatori sociali nel 2023. Sono previsti cinque interventi: 70 milioni per le imprese in un’area di crisi industriale complessa; 50 milioni per prorogare l’integrazione salariale per crisi aziendale; 19 milioni per i dipendenti del Gruppo Ilva. Nel 2023 anche 30 milioni per l’indennità onnicomprensiva per ciascun lavoratore dipendente da impresa adibita alla pesca marittima. L’ultimo intervento stanzia 10 milioni per finanziare i lavoratori dipendenti dalle imprese del settore dei call center. Previsti anche 150 milioni per il 2023 per introdurre una indennità di discontinuità a favore dei lavoratori dello spettacolo.