Lavoro stagionale ma senza rinunciare al reddito di cittadinanza

Lavoro stagionale ma senza rinunciare al reddito di cittadinanza

Il governo sta preparando un piano per coprire le posizioni vuote del turismo incentivando l’occupazione stagionale.

Come lamentano alberghi e stabilimenti balneari e i dati del Turismo, mancano circa 300mila stagionali. Per coprire questi posti dei lavoratori mancanti il governo pensa ad un piano che garantisce che questi non perdano il reddito di cittadinanza. Il piano straordinario del ministro del Turismo Garavaglia insieme al ministro dell’Economia Franco e a quello del Lavoro Orlando cerca di rendere più compatibili occupazione estiva e reddito di cittadinanza.

Un piano per l’estate, per i prossimi tre mesi che vedono già un incremento dei turisti nel nostro paese, dalle località di mare alle mete culturali. Per non perdere gli introiti di questo flusso turistico, il governo si sta attivando per incentivare i percettori del reddito di cittadinanza ad accettare lavori stagionali per i prossimi tre mesi estivi.

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Reddito di cittadinanza: il piano del governo per incentivare ad accettare il lavoro stagionale

Questo cambierebbe la normativa attuale del sussidio statale. Oggi infatti se il percettore del rdc trova un lavoro, il reddito viene garantito solo come integrazione fino ad arrivare a 780 al mese. Se lo stipendio aumenta, l’assegno diminuisce di 80 euro. Per questo le persone tendono a non accettare lavori per poche centinaio di euro al mese.

Il piano straordinario dei tre ministri punta a sommare quindi il reddito di cittadinanza con lo stipendio del lavoro stagionale. Questa proposta è simile a quella avanzata lo scorso novembre dal comitato scientifico per la valutazione del Reddito di cittadinanza voluto da Orlando e guidato dalla sociologa Chiara Saraceno. Questa proponeva di tagliare l’assegno del 60% senza limiti di tempo se si ha un reddito da lavoro. Il gruppo di valutazione aveva inoltre negato una correlazione tra il sussidio e mancanza di lavoratori stagionali a dispetto di quello che tanti imprenditori declamano.