Il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha commentato la situazione attuale legata alla guerra in Ucraina. Non si mette bene.
La guerra in Ucraina è entrata nel terzo mese da qualche settimana. Sembra ci siamo abituati a questa situazione clamorosa, che entrerà di diritto nei libri di storia a partire dai prossimi anni. Il problema è che le due parti in conflitto non accennano a placarsi. L’Ucraina, chiaramente, non vuole fare concessioni territoriali: questo significherebbe perdere credibilità per Zelensky, e non se lo può permettere, considerando la minaccia concreta rappresentata da Putin. Quest’ultimo, chiaramente, vuole sedersi al tavolo delle trattative nella situazione più vantaggiosa possibile. E ciò significa che dovrà conquistare qualche altro territorio, se vuole riuscirci. Purtroppo, però, non si tratta di una partita a Risiko: ci sono vite umane in ballo. È questo che sembra sfuggire al leader della Russia.
Le parole del ministro degli Esteri russo
Sulla questione delle armi inviate dall’Europa all’Ucraina, il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, è stato molto chiaro. Più lunga sarà la gittata degli armamenti che arriveranno dall’Ue in Ucraina, più la Russia avanzerà. “Il Presidente Putin ha già detto qualcosa sulla situazione che verrà a crearsi con l’arrivo di nuove armi, e posso solo aggiungere che più lunga la gittata delle armi che fornirete, più lontano sposteremo dal nostro territorio la linea oltre la quale i neo nazisti possono minacciare la Federazione russa“. Queste parole sono legate all’arrivo dei lanciarazzi Himars dagli Stati Uniti.
È, inoltre, una “semplificazione” dire che, se Putin non avesse mosso una guerra contro l’Ucraina, non ci sarebbero state armi da inviare a Zelensky, stando alle dichiarazioni di Lavrov. “Abbiamo avvertito per 20 anni Londra, Washington e i Paesi della Nato”. Ma non è solo Lavrov a fare dichiarazioni minacciose: Putin, nella giornata di ieri, aveva detto che Mosca avrebbe colpito ulteriori obiettivi, qualora fossero stati consegnati nuovi armamenti all’Ucraina.