Lazio in arancione da martedì 30 marzo (e non da lunedì), ecco perché

Lazio in arancione da martedì 30 marzo (e non da lunedì), ecco perché

Lazio in arancione da martedì 30 marzo, ecco perché lo slittamento di un giorno rispetto al passato.

ROMA – Lazio in arancione da martedì 30 marzo. Il passaggio da una fascia con più restrizioni ad una con misure meno dure avverrà un giorno dopo rispetto al passato.

Uno slittamento legato all’ordinanza del ministro Speranza che ha una validità di 15 giorni. La regione è entrata in zona rossa nella notte tra il 14 e il 15 marzo e uscirà ufficialmente nella notte tra il 29 e il 30 dello stesso mese. Per questo motivo la nuova ordinanza entrerà in vigore ufficialmente il martedì.

Speranza: “Il Lazio migliora, diventerà arancione”

A confermare il passaggio in arancione del Lazio è stato lo stesso ministro Speranza in conferenza stampa e riportato dall’Ansa: “La regione ha avuto dati in miglioramento e nelle prossime decisioni sarà arancione e questo avverrà con scadenza naturale dell’ordinanza vigente“.

Un passaggio che avverrà, quindi, da martedì 30 marzo. Una misura che, a meno di un nuovo incremento dei dati nei prossimi giorni, dovrebbe durare fino a fine aprile. Nelle intenzioni del Governo, infatti, non c’è quella di inserire nuovamente la fascia gialla almeno per un altro mese. L’obiettivo resta quello di piegare il prima possibile la curva e procedere con le vaccinazioni.

Roberto Speranza

Le regole della zona arancione

In zona arancione è possibile spostarsi all’interno del proprio Comune dalle 5 alle 22 senza presentare l’autocertificazione. I negozi sono aperti, le uniche chiusure riguardano bar e ristoranti. Questi potranno utilizzare solo il servizio d’asporto e di delivery. Chiusi sia i centri commerciali (nel fine settimana) che cinema, teatri, musei, stadi, piscine e palestre.

La scuola è prevista in presenza fino alle superiori, dove la didattica è in parte in presenza e in parte a distanza.

Le altre misure non cambiano rispetto alle altre zone. Restano, quindi, validi i divieti di assembramenti, di feste e l’obbligo di indossare la mascherina in luoghi all’aperto e al chiuso.