Editoriale di Alessandro Plateroti: clima di grande incertezza sulle elezioni USA.
Mancano ormai pochi giorni alle elezioni americane, ma c’è un clima di incertezza generale su quale sarà l’esito. Non solo i due candidati sono sostanzialmente pari, con un 50-50 o addirittura un 49-49 negli Stati chiave, ma soprattutto c’è incertezza su quello che succederà dopo.
Tutti parlano di cosa accadrà la notte delle elezioni, ma in realtà la grande attenzione è rivolta all’aspetto legale. Qui non si tratta solo di voti, ma anche di cause legali.
È sfuggito a molti che, dietro le quinte, tra discussioni e accuse reciproche, i repubblicani hanno già depositato 130 cause in 26 Stati americani, reclutando 5.000 avvocati. Se a questo aggiungiamo anche le cause dei democratici, che hanno mostrato altrettanta prontezza, ci accorgiamo che siamo di fronte a oltre 200 cause in quasi 40 Stati americani.
Sarà la giustizia a decidere chi vincerà. I ricorsi sono destinati a prolungare l’attesa, e la preoccupazione non riguarda solo quanto durerà questo periodo di incertezza, ma anche le sue conseguenze globali.
Il mondo ha bisogno di un’America stabile, non di un’America immersa nell’incertezza. I presunti nemici degli Stati Uniti, dall’Iran alla Cina, fino alla Russia, stanno già organizzandosi per un possibile nuovo ordine mondiale. Noi non stiamo aspettando solo le elezioni americane, ma persino chi vincerà in tribunale. Questo è un pessimo segnale per un mondo che ha bisogno di certezze, soprattutto per capire se l’alleato americano sarà ancora in grado di sostenere il ruolo che ha ricoperto finora.