Nessun contratto di governo ma cinque punti chiavi: le condizioni del Pd al Movimento 5 Stelle per un governo giallorosso.
Nessun contratto di governo. È questa la prima delle condizioni del Pd al Movimento 5 Stelle. La formula adottata per governare con la Lega si è dimostrata fallimentare e ha portato a conflitti continui.
La teoria è che quello che è scritto su un documento non è una garanzia, ma un qualcosa di variabile a seconda delle interpretazioni. Come successo ad esempio con la Tav. Salvini voleva rivedere il progetto per portarlo a termine, il MoVimento voleva semplicemente dimostrarne l’inutilità.
Nessun contratto di governo
Tra le condizioni non scritte c’è quella dell’assenza di un contratto di governo. Zingaretti vuole un esecutivo maturo dal punto di vista politico, in grado di arrivare alla fine del mandato perché guidato da un’idea comune di futuro e non da una serie di compromessi scritti su un documento che di fatto non ha validità e, come evidenziato dall’esperienza Lega-Movimento 5 Stelle, non rappresenta una garanzia di stabilità.
La seconda richiesta non ufficiale del Pd è la rottura con il passato. Il Partito democratico vorrebbe un governo di volti nuovi. Di fatto nessuno del vecchio esecutivo filo-leghista dovrebbe essere confermato. Un compromesso potrebbe essere raggiunto su Di Maio, mentre per quanto riguarda il nome del premier emergono le prime alternative a Giuseppe Conte.
Le condizioni del Pd al Movimento 5 Stelle per un governo giallorosso
Sono cinque le condizioni messe nero su bianco da Nicola Zingaretti. Sono cinque paletti che servirebbero a indicare la retta via da seguire, o almeno una chiara linea guida per arrivare alla fine del mandato.
Leale collaborazione con l’Unione europea
La prima condizione di Zingaretti è quella di un rapporto di leale collaborazione con la nuova Europa guidata da Ursula von der Leyen. La richiesta trova terreno fertile nel MoVimento che ha votato la fiducia alla nuova presidente della Commissione.
Una nuova gestione del Parlamento
Il Pd chiede poi maggiore rispetto per le istituzioni e soprattutto per le Aule. La gestione del MoVimento e della Lega ha lasciato perplessi per un governo che ha disegnato e approvato leggi limitando al minino i dibattiti parlamentari.
Attenzione all’ambiente
Il Pd vuole adeguare l’Italia al resto d’Europa anche per quanto riguarda l’attenzione verso l’ambiente. Anche su questo punto un accordo con il Movimento Cinque Stelle dovrebbe essere facile da raggiungere.
La gestione dell’immigrazione
Un altro grande punto di rottura con il governo gialloverde deve essere rappresentato dalla gestione dei migranti, che deve essere all’insegna dell’umana accoglienza. La politica in questo campo deve rispondere al principio della solidarietà e il problema deve essere risolto a livello europeo.
La politica del lavoro
L’ultimo cardine del nuovo governo deve essere una nuova politica del lavoro, che deve cambiare marcia e prestare maggiore attenzione ai problemi sociali.