Omicidio Martina Scialdone: la testimonianza shock del fratello

Omicidio Martina Scialdone: la testimonianza shock del fratello

Il fratello di Martina Scialdone ha fornito agli inquirenti una ricostruzione dettagliata della serata trascorsa tra lei e l’ex fidanzato.

Continuano le indagini sul caso di Martina Scialdone, la giovane avvocatessa uccisa davanti ad un ristorante di Roma dal suo ex fidanzato. Il caso ha suscitato una forte polemica circa il modo in cui il locale ha gestito la faccenda.  

Ancora non è chiaro se la vittima abbia cercato o meno di chiedere aiuto al personale del locale. I due si trovavano a cena nel ristorante, ma la serata è sfociata in una violenta lite. Anche il fratello della vittima, Lorenzo Scialdone, è stato ascoltato dagli inquirenti in seguito al delitto accaduto venerdì scorso. Le sue dichiarazioni: «Ho provato a difenderla, lei era entrata nell’auto del compagno per togliergli le chiavi della sua nuova casa».

«La strada è in pendenza. Io ero lì accanto, eravamo a un metro e mezzo l’uno dall’altro. Non ho fatto in tempo a reagire. Con la pistola ha puntato all’altezza del petto di Martina. L’ha presa qui». Sono queste le parole di Lorenzo Scialdone, dichiarando di aver visto l’ex fidanzato della vittima, Costantino Bonaiuti, ucciderla davanti al ristorante ‘Brado’.

Il racconto del fratello della vittima

Il Corriere della Sera ha riportato il racconto del fratello della vittima. «La prima reazione che ho avuto quando ho realizzato che le aveva sparato è stata trascinare Martina al ‘Brado’ per chiedere aiuto, arrivati lì si è accasciata a terra, cercavo di mantenerla cosciente e continuavo a chiedere aiuto».

E continua spiegando: «Nelle circostanze in cui l’ho frequentato non l’ho mai visto con un’arma, neanche quando ci ha raggiunti al mare, non sapevo neanche che ce l’avesse. Intorno alle 10 mia madre e mia sorella sono andate via da casa mia. Forse Martina ha ricevuto messaggi nel corso della serata trascorsa da me, ma non so con chi si scrivesse. Mi ha detto che avrebbe incontrato Costantino subito dopo perché voleva chiudere definitivamente la relazione con lui. Credo che nell’ultimo periodo glielo avesse già fatto capire. Dal poco che so, credo che avesse scoperto di quest’altra persona che Martina frequentava, perché mi ha detto che Costantino non vedeva di buon occhio Francesco e che si era insospettito. Forse con le amiche si sarà aperta di più».

Secondo quanto riferito dal fratello della vittima, la serata sarebbe dovuta concludersi a quel punto. «Martina non mi ha detto dove dovevano incontrarsi: alle 23.09 ho ricevuto una sua chiamata, mi ha chiesto se potevo andarla a prendere lì. Aveva un tono agitato, ho immaginato che l’incontro non fosse andato bene. Mi sono vestito di corsa e sono uscito a piedi. Qualche momento dopo, alle 23.12, ero appena uscito dal portone, mi ha richiamato dicendomi “non ti preoccupare, torno a casa da sola”. Non mi sono fidato, ho fatto due giri del palazzo e poi l’ho richiamata. Alla prima Martina mi ha detto “non ti preoccupare”, ma io le ho detto “sto venendo”. Alle 23.25 l’ho richiamata ma lei ha riattaccato. L’ho chiamata subito dopo, le ho detto che stavo arrivando al ristorante, dando per scontato che stessero ancora là». In sottofondo si sentiva Bonaiuti che gridava: «Mi sta cornificando».

Il litigio fuori dal ristorante

Infine conclude: «Quando arrivo al ristorante li trovo entrambi lì davanti, stavano litigando, l’ho capito dall’atteggiamento anche prima di avvicinarmi perché Martina tendeva a distaccarsi e lui la incalzava, i toni della voce erano alti, stavano discutendo animatamente. Li raggiungo cercando di calmarli ma la discussione prosegue. Cercavo di separarli, ho capito che il motivo per cui stavano litigando era perché lei gli aveva detto che voleva lasciarlo. Ho sentito che le diceva: “Io oggi mentre mi preoccupavo per la tua casa, tu dalle tre alle cinque stavi scopando con quel tizio”. Mia sorella si è avvicinata entrando nella sua auto per cercare le sigarette e le chiavi di casa, la sua nuova casa, penso per toglierle a lui. Ha aperto gli sportelli anteriori per cercare quegli oggetti, quando è uscita dalla macchina lui la tratteneva per un braccio e io mi sono messo in mezzo, cercando di dividerli per portare via Martina. Nel momento in cui sono riuscito a dividerli, lui ha tirato fuori la pistola e ha sparato. Ce l’aveva addosso, era a distanza da lei di forse un metro, forse mezzo metro».

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