Le lauree con più disoccupati in Italia nel 2025: classifica aggiornata delle facoltà
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Direttore: Alessandro Plateroti

Le lauree con più disoccupati in Italia nel 2025: classifica aggiornata delle facoltà

Laurea

Quali sono le lauree con più disoccupati in Italia? I dati del Rapporto AlmaLaurea 2025 rivelano le facoltà con minori sbocchi occupazionali.

Nel contesto del mercato del lavoro italiano, la scelta della facoltà universitaria continua a influenzare in modo decisivo le possibilità di occupazione, con lauree che provocano molti disoccupati. Il Rapporto AlmaLaurea 2025 sulla condizione occupazionale dei laureati, pubblicato nel giugno 2025 e basato su un campione di oltre 690.000 studenti provenienti da 81 atenei, offre un quadro molto dettagliato sulla situazione lavorativa dei neolaureati a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo.

Il dato generale è incoraggiante: il tasso di occupazione a un anno dalla laurea raggiunge il 78,6% sia per i laureati triennali che per quelli magistrali, con un netto miglioramento rispetto all’anno precedente. Tuttavia, questa media nazionale nasconde grandi differenze tra i vari gruppi disciplinari, con alcune facoltà che continuano a registrare alti livelli di disoccupazione, soprattutto nel breve termine.

ragazza laurea università toga
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Le facoltà con maggiori difficoltà occupazionali

I dati mostrano che i laureati dei gruppi letterario-umanistico, linguistico, arte e design sono quelli che incontrano più ostacoli nel trovare lavoro a un anno dalla laurea. In particolare, il gruppo letterario-umanistico si ferma al 61,9% tra i magistrali e al 62,6% tra i triennali. Ancora più basso è il tasso occupazionale per i laureati in arte e design, che a un anno dal titolo triennale si attesta attorno al 60,9%. Anche i laureati in discipline linguistiche e delle scienze della comunicazione, così come quelli del gruppo giuridico e psicologico, si collocano al di sotto della media nazionale.

Queste discipline umanistiche appaiono quindi svantaggiate nel breve periodo, penalizzate da una domanda di mercato più ridotta e dalla necessità, spesso, di ulteriori percorsi formativi post-laurea, non sempre retribuiti. I laureati in giurisprudenza, ad esempio, presentano un tasso di occupazione del 58,1% a un anno dal titolo magistrale, il più basso tra tutti i gruppi analizzati.

Il medio periodo migliora lo scenario, ma non colma il divario

Nonostante le difficoltà iniziali, il quadro occupazionale migliora sensibilmente dopo cinque anni. Per il gruppo letterario-umanistico, il tasso di occupazione raggiunge l’80,2%, mentre arte e design arriva all’80,3%. Anche le lauree in psicologia e lingue mostrano una progressione significativa: la prima passa dal 60,7% all’87%, la seconda dal 71,5% all’86,5%. Tuttavia, nonostante questi incrementi, il divario con le lauree STEM (come ingegneria, ICT o area medico-sanitaria) rimane marcato.

Il gruppo dell’ingegneria industriale e dell’informazione, ad esempio, mostra un tasso di occupazione che sale dal 92,9% al 95,6% tra uno e cinque anni. Simili performance si registrano anche per informatica, con un passaggio dal 92,7% al 93,9%, e per medicina e farmacia, che da un già alto 87,7% arrivano al 93,9%.

Le conclusioni del Rapporto AlmaLaurea 2025 sono chiare: mentre alcune lauree garantiscono un accesso rapido e stabile al lavoro, altre — in particolare quelle in ambito umanistico e creativo — richiedono percorsi più lunghi e incerti. Scegliere la facoltà significa quindi considerare non solo la propria vocazione, ma anche la realtà del mercato del lavoro. La disoccupazione tra i laureati non è distribuita in modo uniforme, e le conseguenze di questa scelta possono farsi sentire per anni.

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ultimo aggiornamento: 9 Dicembre 2025 9:59

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