Le pensioni minime a mille euro di Berlusconi, una spesa enorme

Le pensioni minime a mille euro di Berlusconi, una spesa enorme

La proposta di Berlusconi sulle pensioni minime di mille euro, se accettata, allarmerebbe la tenuta dei conti pubblici.

La proposta di Berlusconi di portare le pensioni minime a mille euro, provocherebbe il collasso dell’Inps. A dichiararlo è Alberto Brambilla, consigliere del ministero del Lavoro e esperto di previdenza, che dice: “Tutti coloro che sperano di andare in pensione tra 20/30 anni dovrebbero urlare contro la proposta di Berlusconi e di Forza Italia di portare le pensioni a mille euro al mese”.

Silvio Berlusconi

Perché rischierebbero i conti pubblici?

Secondo alcune constatazioni, i conti pubblici potrebbero subire dei grandi rischi se il governo seguirebbe la proposta dell’ex Cavaliere. Con più di 1.816.799 pensionati che oggi hanno già raggiunto e superato i 600 euro, servirebbero 9,282 miliardi di euro per portare queste pensioni a mille euro al mese.

Dal momento che, invece, i pensionati con pensioni e assegni sociali senza maggiorazioni sono 86.824, serviranno 145 milioni l’anno per portarle a 600 euro, 597 milioni per portarle a mille euro. Altri 5,441 miliardi servirebbero per portare 676.635 pensioni di invalidità civile senza maggiorazione fino a mille euro, e quasi 2 miliardi per portare l’assegno a 600 euro.

Infine, per gli over 65 che hanno meno di 15 anni di contributi versati servirebbero 12,46 miliardi o 2 miliardi per portarli a 600 euro. Quindi, nel complesso sarebbe una spesa complessiva di quasi 30 miliardi l’anno, che aumenterà ogni anno per nuovi pensionamenti, aumento della speranza di vita e inflazione.

I costi aggiuntivi

Va tenuto conto poi dei costi di integrazioni assistenziali e decontribuzioni. “A fronte di questi enormi costi, Berlusconi, non contento, vorrebbe anche la decontribuzione che costerebbe per il primo anno 2,4 miliardi, quasi 5 nel secondo e 7,6 nel terzo, decretando così in pochi anni il fallimento del nostro sistema pensionistico senza alcuna separazione con la spesa assistenziale, che oggi costa come le pensioni al netto dell’IRPEF”, spiega ancora Brambilla.

Secondo Brambilla, il governo Meloni di per sé ha già fatto un buon lavoro rivalutando dell’8,8% i percettori di assegni sociali e pensioni minime, per la gran parte ex lavoratori in nero, evasori ed elusori, quando non malavitosi. Inoltre, le rendite sono state portate a 600 euro per gli over 75, “facendo pagare però il conto ai pensionati onesti”.