Giuseppe Conte indica le quattro mosse ideate dal governo per sbloccare l’economia. Dal salario minimo orario al taglio delle tasse sul lavoro.
Dal discorso di Giuseppe Conte alla Camera prima del voto di fiducia affidato ai deputati, è emerso a chiare linee il progetto del governo per sbloccare l’economia italiana, costretta a fare i conti con una nuova cattiva notizia. Il calo della produzione industriale. Sono quattro i passaggi chiave proposti dall’esecutivo giallorosso per provare a rimettere in moto la macchina Italia, con il supporto dell’Unione europea.
Le quattro mosse del governo Conte per sbloccare l’economia
Il nuovo governo, per quanto riguarda l’economia, è guidato dal Partito democratico, che ha messo le mani sul Mef e sugli Affari economici dell’Unione europea. Sono quattro le mosse indicate da Giuseppe Conte che ha indicato la via che il governo giallorosso vuole seguire.
La spending review
Il primo passo del governo sarà quello indicato dall’Unione europea, che ha invitato l’Italia a lavorare sulla spending review. Il concetto di fondo applicato da Bruxelles è che c’è sempre spazio per un taglio alla spesa pubblica. Da qui Gualtieri spera di recuperare almeno 23 miliardi.
Il taglio del cuneo fiscale
Il punto di contatto tra Pd e Movimento Cinque Stelle, almeno per quanto riguarda la base teorica, è sul taglio del cuneo fiscale. Le prime tasse da abbassare sono quelle che interessano il mondo del lavoro. L’obiettivo è quello di abbassare le tasse alle aziende e aumentare lo stipendio netto dei dipendenti. Resta un dubbio: dove trovare le coperture per finanziare la manovra?
Il sostegno dell’Unione europea
Il punto centrale del programma economico dell’Italia è quello dei rapporti con Bruxelles. Non una manovra economica vera e propria quindi, ma una manovra diplomatica per ottenere concessioni sui conti e sui bilanci. La presenza di Paolo Gentiloni agli affari economici potrebbe essere un tassello chiave.
Il salario minimo (ma a quanto?)
Altro punto di contatto tra Pd e Cinque Stelle è il salario minimo. Anche in questo caso c’è una zona d’ombra, o meglio un contrasto. Una mossa in favore dei dipendenti vogliono farla tutti, ma non è chiaro a quanto possa essere fissata la retribuzione minima oraria. Di Maio aveva chiesto nove euro l’ora, il Pd e le sigle sindacali remano contro.
IVA e legge di bilancio
Le prime prove con cui dovrà confrontarsi Gualtieri sono l’aumento dell’IVA (da scongiurare ad ogni costo) e la nuova legge di bilancio che dovrà accontentare le forze di maggioranza e i tecnici dell’Unione europea.