Le Regioni assediano il governo, Bonaccini: “O stanzia altri 2 miliardi o stop alle relazioni”

Le Regioni assediano il governo, Bonaccini: “O stanzia altri 2 miliardi o stop alle relazioni”

Il monito del Presidente dell’Emilia Romagna Bonaccini al governo: “Bisogna che troviamo un accordo, o stanzia altri due miliardi o interrompiamo le relazioni”.

Palazzo Chigi deve fare i conti con le Regioni. Il Presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini ha messo le carte sul tavolo chiedendo due miliardi al governo per le Regioni a statuto ordinario. In caso contrario si procederà con l’interruzione delle relazioni.

Roma 09/09/2019 – Camera dei Deputati voto di fiducia al nuovo Governo / foto Samantha Zucchi/Insidefoto/Image nella foto: Francesco Boccia

Bonaccini. “Col governo bisogna che troviamo un accordo, o stanzia altri due miliardi o interrompiamo le relazioni”

Col Governo bisogna che arriviamo un accordo, o stanzia altri 2 miliardi di euro per le Regioni a statuto ordinario o interrompiamo le relazioni istituzionali“, ha dichiarato Bonaccini come riferito dall’Ansa.

16/05/2020 Roma – conferenza stampa Presidente del Consiglio dei Ministri / foto Alessandro Serrano’/Pool/Insidefoto/Image nella foto: Giuseppe Conte

Caso Scuola, “Linee guida presentate per noi non erano ricevibili”

Bonaccini ha parlato anche del tema spinoso della scuola augurandosi che si possa trovare un accordo, necessario per dare il via libera all’intesa.

“Le Regioni pretendono di trovare un accordo insieme ai Comuni e alle Province. Stiamo lavorando per questo, abbiamo lavorato intensamente tutta la notte. Vediamo. Mi auguro si possa trovare un accordo altrimenti noi non potremmo dare l’intesa, ovviamente”.

“Quelle linee guida che erano state presentate per noi non erano ricevibili. Abbiamo fatto delle controproposte che mi auguro il Ministero possa recepire e ho trovato grande disponibilità del ministro Azzolina”.

Le linee guida presentate dalla ministra Azzolina sono finite nel mirino di studenti, genitori degli studenti, professori, docenti e presidi. Nella giornata del 25 giugno sono state organizzate manifestazioni in sessanta piazze italiane per protestare contro il piano del ministero.

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