Il suicidio di Cloe: confessioni scioccanti

Il suicidio di Cloe: confessioni scioccanti

A parlare è Sara Mazzonetto (21), l’ex alunna della professoressa suicida, Cloe Bianco. Rivelazioni ed attacchi ai genitori dei compagni.

Le confessioni scioccanti di Sara Mazzonetto, l’ex alunna di Cloe Bianco, l’insegnante che ha deciso di togliersi la vita. Sara ha riversato sui microfoni di Fanpage.it, un mix di dolore e rivelazioni taglienti, riguardo una faccenda che oggi scuote ed ammutolisce l’intero territorio nazionale.

Sara conferma che: “Molti professori dicevano che Cloe aveva rovinato la scuola. È morta per colpa della nostra società”. Parole dure e taglienti quelle della Mazzonetto, pensieri che lasciano trapelare l’immensa mole di dolore, che si nasconde dietro questa vicenda surreale.

“Tutti dicevano che si vestiva in maniera provocante, ma non è mai stato così, non portava le minigonne in classe, era una neo donna che rispettava il luogo in cui si trovava: indossava gonne lunghe con sopra un cardigan degli anni venti, proprio perché non voleva mostrare il fianco ad attacchi retrogradi”, spiega la 21enne, a Fanpage.it.

L’obiettivo di Sara oggi è solo uno: cercare di rendere giustizia e coerenza, ad uno spirito buono ed affine, volato via troppo presto ed in maniera profondamente disumana.

Le confessioni di Sara Mazzonetto

Sara continua: “Era una persona buonissima Cloe, non aveva un briciolo di rabbia dentro di lei. È sempre stata solare, faceva finta che non stesse succedendo niente, anche quando in strada correvano per cercare di farle foto di nascosto, da dietro. Non so se ci rendiamo conto cosa ha dovuto vivere questa persona”.


E poi Sara si scaglia contro i genitori dei propri compagni di classe: “Che la vedevano come un fenomeno da baraccone, facendo code lunghissime ai colloqui con lei (cosa che prima non succedeva mai) solo per vederla di persona e poi deriderla”.

lutto


Sara non si ferma, le sue parole sembrano squarciare in due, le catene di quello che si è rivelato un pregiudizio assassino: “Molti professori ci dicevano che era normale, ma altri affermavano che Cloe aveva rovinato la scuola, che i giornalisti appostati all’entrata, avrebbero fatto una cattiva pubblicità all’Istituto e così via”.

“Anche dopo la sua morte, sembrava che la cosa più importante per i giornali fosse quella di dire, ‘trovato il corpo carbonizzato del professore che si faceva chiamare Cloe’. Lei prima di morire ha fatto un testamento, preoccupandosi di scrivere che dopo la sua morte avrebbe voluto essere rispettata come donna, quello era il suo pensiero post-morte. E tutti a scrivere e a commentare i fatti del 2015, sul com’era vestita, se l’era cercata, l’ha voluto lei, ma stiamo scherzando?”, spiega Sara.

Una vicenda penosa, reiterata da un coro popolare, spesso crudele e sordo.

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