Le salme del naufragio di Cutro vengono trasferite a Bologna

Le salme del naufragio di Cutro vengono trasferite a Bologna

Le famiglie delle vittime del naufragio di Cutro protestano, ma è una “soluzione provvisoria, non è permanente”.

Il ministero degli Interni ha deciso di trasferire le salme dei migranti che hanno perso la vita a Cutro, presso il cimitero musulmano di Bologna. Appresa la notizia, le famiglie delle vittime hanno messo in piedi una protesta, chiedendo al governo di attendere ancora per riuscire ad avviare le pratiche e mandare i corpi nei loro paesi d’origine.

Migranti

Dopo il ritrovamento degli ultimi corpi senza vita di ieri, della bimba di tre anni e della donna 30enne, le vittime della tragedia di Cutro salgono a 72. Il governo ha deciso di trasferire oggi le salme al cimitero musulmano di Bologna. Nelle ore successive al naufragio tutti i Comuni della provincia di Crotone avevano espresso la loro disponibilità ad accogliere le salme delle vittime, ma adesso le famiglie dei migranti non sono d’accordo.

“E’ una soluzione temporanea”

L’immediato rimpatrio in Afghanistan di tutti i cadaveri è impossibile al momento, motivo per cui il Viminale ha deciso di trovare come soluzione provvisoria quella del cimitero musulmano di Bologna, per dare anche dignità alle vittime. Sulla base delle richieste di ogni nucleo familiare si procederà poi con la soluzione definitiva. “Qualora sia richiesto il rimpatrio della salma, lo Stato italiano si farà carico di tutti gli oneri”.

Al momento solo il corpo di una vittima è stato sepolto con rito musulmano al cimitero di Crotone, mentre altre sei salme sono state rimpatriate nei Paesi di origine. L’assessora alle Politiche sociali di Crotone, Filly Pollinzi, spiega di aver cercato le più adeguate soluzioni, e “ora non ci spieghiamo questo cambio di decisione con il trasferimento al cimitero di fede islamica di Borgo Panigale a Bologna”.

Bruxelles difende l’Italia

Un gruppo di famigliari dei migranti, vittime del naufragio di Cutro, ha inscenato un sit-in davanti al palasport di Crotone, rivendicando “giustizia e verità”. La Commissione europea interviene in difesa dell’Italia, dichiarando che “Frontex ha fatto tutto quello che ha potuto e dovuto fare in questa situazione. Purtroppo non è bastato. Se avessero avuto più carburante, avrebbero potuto vedere il cambio del tempo forse”.

La barca non sembrava essere in pericolo, “ma le immagini termiche lasciavano intendere che probabilmente tante persone potevano essere in stiva ma non c’erano segnali di pericolo”, ha spiegato Ylva Johansson. “Per questo Frontex e le autorità italiane hanno pensato che non fosse un’attività di ricerca e soccorso ma di polizia. Probabilmente per questo hanno mandato le motovodette della Guardia di Finanza”.

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