Il 9 dicembre 1990 Lech Walesa vince le elezioni in Polonia, le prime libere dopo la caduta del regime. Sarà presidente fino al 1995.
Ventinove anni fa Lech Walesa diventava presidente della Polonia. L’ex leader del sindacato Solidarnosc, Premio Nobel per la pace 1983, vince le elezioni del 9 dicembre 1990, le prime considerate libere, battendo il primo ministro Mazowiecki.
Polonia, addio al Patto di Varsavia
Durante la sua presidenza, Walesa traghettò la Polonia attraverso la privatizzazione e la transizione verso un’economia di libero mercato, staccandosi progressivamente dall’area di influenza dell’Urss. Negoziò con successo il ritiro delle truppe sovietiche dalla Polonia e una sostanziale riduzione dei debiti esteri, sostenendo l’entrata del Paese baltico nella Nato e nell’Unione Europea.
Leader di Solidarnosc
L’attivismo politico di Walesa era nato già negli Anni ’70, nei cantieri navali di Danzica. Quando i prezzi dei generi alimentari aumentarono nuovamente, nel cantiere “Lenin” scoppiò una protesta destinata a cambiare il corso della storia. Walesa scavalcò la recinzione del cantiere, divenendo il leader dello sciopero. Era il 14 agosto 1980. Le proteste dilagarono in tutta la Polonia. A fine mese, il governo Jagielski firmò un accordo che concesse ai lavoratori del Cantiere “Lenin” il diritto di scioperare e permise loro di formare un sindacato indipendente. Il comitato di coordinamento degli scioperi si legalizzò come Comitato di coordinamento nazionale di Solidarnosc. Oltre 10 milioni di polacchi si iscrissero al movimento e il presidente Lech Walesa ebbe un grande riconoscimento internazionale.
Il 13 dicembre 1981 il generale Jaruzelski dichiarò la legge marziale in Polonia e Solidarnosc fu dichiarato fuorilegge: i leader, compreso Walesa, furono arrestati.